Il sindaco Pericu assieme alla sua giunta capitanata dall'assessore comunale ai Servizi sociali Paolo Veardo, hanno superato se stessi e le lungaggini della loro burocrazia. Burocrazia che negli anni ha visto e vede ancora cittadini liguri dormire nelle proprie autovetture, mentre viene convertita in speditezza a seguito di denuncia degli ispettori della Asl 3 circa la «invivibilità» del campo nomadi della Foce. Ecco Tursi adoperarsi per sanare questa posizione di pericolo per la salute dei nomadi infischiandosene di quella degli altri cittadini che al contrario dei nomadi, pagano le tasse e quindi pagano gli stipendi e degli ispettori delle Asl tutte e dei componenti della maggioranza di Palazzo Tursi.
L'intervento del sindaco è però da apprezzare in quanto, oltre ad essere stato tempestivo, tiene conto anche dei «disagi» che, come ha avuto modo di denunciare il responsabile dell'assistenza ai nomadi nella comunità di Sant'Egidio, Giordano Pupo, Tursi si dovrà anche accollare le spese degli psicologi che dovranno aiutare sia i giovani che gli anziani nomadi a vivere «meno traumaticamente» possibile il passaggio repentino dal campo alla casa.
A questa preoccupazione, considerata di rilievo, del passaggio dal campo/roulotte alla casa, bisogna aggiungerne anche un'altra, quella dell'accettazione del suffisso «ex» alla parola nomade. Questo stravolgimento sicuramente sarà ancora più traumatico, il passaggio da nomade a «ex nomade», così come molte volte succede in ambito lavorativo quando per raggiunti limiti d'età si viene posti in congedo renderà non facile l'accettazione del nuovo status al pari di coloro che, come dicevamo prima, dopo anni di «potere» vi è una certa difficoltà ad accettare la posizione di quiescenza.
Questo passaggio, di fatto, sarebbe l'inizio di equiparazione ai cittadini «stanziali» e sorge subito un dubbio: se non sono più nomadi (sappiamo tutti il significato della parola) in quanto usufruiscono della casa, allora dovranno cominciare a pagare spazzatura, contratti Enel e quant'altro paga un cittadino che usufruisce delle cosiddette case popolari? Oppure provvederà ancora Tursi ad accollarsi tutte le spese di gestione come ha fatto in passato discriminando nuovamente di fatto gli altri cittadini non nomadi che hanno ricevuto la casa?
Ieri ho presentato un articolo 54 «urgentissimo» per chiedere spiegazioni su questa ultima trovata di Tursi che sinceramente mi pone in una posizione di sdegno nei confronti di tutte quelle famiglie (oltre 1500 nuclei familiari) che sino ad oggi si sono sentiti rispondere dai funzionari ed uffici preposti che «non ci sono» più case libere da poter soddisfare le loro esigenze, mentre il sindaco in persona ha garantito le strutture, in men che non si dica, ai nomadi. Chiederò inoltre, in maniera provocatoria, che ad ogni nomade cui verrà consegnata la casa venga requisita la roulotte in cui sino ad adesso ha vissuto ed a spese del Comune questa venga ripristinata in tutte le sue parti per essere poi assegnata ai cittadini in graduatoria che si vedono scavalcati dai nomadi nel diritto alla casa.
Auspico che tutte le istituzioni finanche la magistratura intervengano in difesa dei diritti di coloro che pagando le tasse hanno acquisito il diritto e sono da anni in attesa di ricevere un tetto.
Nessuno sa ancora, in quanto non è stato precisato, dove Tursi troverà le case per i nomadi.
consigliere comunale An
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