
La Lega nelle prossime settimane presenterà una proposta di legge per concedere più poteri a Milano, sulla scia di quanto si vuole fare anche con Roma capitale. "La città è cresciuta molto, ma deve continuare a essere attrattiva, colmando numerose lacune. Gli investitori chiedono regole chiare e tempi certi e anche da questo punto di vista vogliamo dare la possibilità a Milano di rimanere quel grande polo finanziario che l'ha resa la capitale economica del Paese" spiega il segretario della Lega lombarda, il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo.
Le ipotesi in campo sono varie: intanto uno degli obiettivi è sicuramente rafforzare davvero il ruolo dei Municipi, le sentinelle dei problemi dei quartieri, per andare verso un "reale decentramento". Poi, continua Romeo, "stiamo ragionando se sia il caso di attribuire alla città poteri legislativi su alcune materie, oppure di dare la facoltà alla giunta e al Consiglio comunale di avanzare delle proposte di legge alla Regione o al Parlamento; o se è meglio ancora, potenziare i poteri amministrativi e regolamentari in un'ottica di semplificazione per tagliare tutta quella burocrazia che frena lo sviluppo". In Italia spesso "le cose vanno per lunghe" e proprio per questo "poter inserire nei regolamenti dei termini perentori e non ordinatori, significa avere la possibilità di dare tempistiche certe agli investimenti". Al di là dei vantaggi amministrativi, c'è anche un po' di quell'orgoglio milanese da ritrovare e da rimettere al centro, in una città ferita e spaventata dalle inchieste sull'urbanistica: "Noi difendiamo gli interessi della Lombardia. E quindi - incalza Romeo - va bene concedere più poteri a Roma, centro istituzionale, culturale e turistico del Paese, ma non possiamo dimenticarci di Milano che è la capitale del Nord e una città dal forte respiro internazionale. Ha diritto ad avere gli stessi poteri particolari. E poi vogliamo parlare di quanti soldi dà Milano a Roma in termini di tasse?".
Discorsi che per il leghista andrebbero allargati anche alle altre grandi città del Paese. Intanto proprio dalla Lombardia prosegue la spinta verso l'autonomia. La Regione potrebbe firmare già a settembre le prime intese sulla sanità e su altre tre materie per cui non è prevista la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, ossia la Protezione civile, le professioni e la previdenza complementare integrativa: "Finalmente c'è questa possibilità - commenta Romeo - E proprio dalla Lombardia è partita una proposta che ho depositato, per far sì che si possano spendere le risorse destinate alla salute con maggiore flessibilità". Così facendo e senza chiedere un euro in più a Roma, la regione "potrebbe assumere medici e infermieri e potenziare i loro straordinari per abbattere le liste d'attesa: un argomento su cui le persone diventano sempre più intolleranti".
Il segretario della Lega lombarda fa anche sponda con il governatore Attilio Fontana che recentemente e di nuovo tornato a chiedere una revisione complessiva del sistema sanitario nazionale, istituito con una legge del 1978: "Tante cose
oggi sono cambiate, soprattutto dopo il Covid - conclude Romeo - E quindi fa bene Fontana a insistere su questo tema e a seguire questa strada: serve un sistema sanitario più vicino a quelle che sono le esigenze attuali".