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Diario di un dappista: riflessioni dopo la paura

Diario di un dappista è il blog di Alberto Tommolini. Storie e opinioni di chi ha sconfitto gli attacchi di panico

Diario di un dappista: riflessioni dopo la paura

Milano - Panico. E’ una parola... capire cosa sia, immedesimarsi in chi lo prova e trovarne una via d’uscita. Una parola, appunto, per il dizionario è una “paura improvvisa e infondata”. Un sentimento vecchio come l’uomo. E infatti conviene anche risalire all’etimo, migliaia di anni fa, in Grecia. Tutto era diverso, tranne quell’ammasso di sangue e carne e spirito: l’uomo, sempre affannato nella ricerca di un perché. Pan (che significa tutto), lo spirito di tutte le creature naturali, simbolo della foresta, all'abisso, al profondo. Nel terzo millennio siamo sempre lì, alle prese con Pan. Al posto delle foreste le selve metropolitane, ma la paura è sempre abissale.

Alberto Tommolini, questo terrore, l’ha guardato negli occhi, lo ha sconfitto e ora ce lo racconta. Da pochi mesi ha aperto un blog, “mi è sempre piaciuto scrivere, ma non sono un giornalista”, spiega. Un diario on line per raccontarsi ma anche una terapia, per se stesso e per le persone che lo leggono. Il diario di un dappista, da Dap che è una siglaccia che vuol dire disturbi da attacchi di panico. Riflessioni, racconti e speranze di un uomo che ha visto il baratro e ha saputo tirarsi su. Come se il panico, la paura, la difficoltà nei rapporti e nelle piccole questioni di tutti i giorni gli avessero fornito un paio di occhiali speciali per osservare la quotidianità.

Tommolini scruta nell’animo di chi gli srotola davanti la sua vita, descrive l’hic et nunc dall’alto di chi ha vissuto più del dovuto, più di quello che all’anagrafe hanno verbalizzato su un foglio finito chissaddove. “D’un tratto spalancai gli occhi e realizzai immediatamente: “Sto morendo”, pensai, così, senza punti esclamativi, senza apparente allarme, solo una semplice constatazione. Il panico arrivò subito dopo, come arrivano certi dolori fisici dovuti, chessò, allo sbattere del mignolo del piede contro una sedia. Ecco, prima realizzi e poi, due o tre secondi dopo, arriva il dolore, lancinante, da toglierti il respiro. Bene, adesso si balla, pensai”. Nel Diario di un dappista c’è anche questo. Il panico è un nemico invisibile che ti vive accanto e al quale parli di nascosto. Ci vuole coraggio per presentarlo agli altri.

E il panico, nel silenzio della solitudine, aumenta in mole. Il blog di Tommolini è un modo per non sentirsi soli, per condividere e capire un’esperienza che, quando se ne esce, può anche essere vista come un arricchimento. “La vita ora ha un altro sapore”, sembra dire qua e là il blogger. In questo diario, oltre al panico, c’è tutta questa gustosa vita: dolce, speziata e a volte amara.

La vita di chi ne è uscito, per sempre.

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