Il dibattito Idea difficile da praticare. L’esperto: «E a chi la scelta degli insegnanti?»

Non si placa il dibattito sull’ora di religione islamica nelle scuole. Il 76% dei partecipanti a un sondaggio di «Sky Tg24» non è favorevole alla sua introduzione negli istituti italiani. La discussa proposta del viceministro Adolfo Urso sarebbe invece appoggiata dal restante 24% dei votanti. E, al di là dell’opportunità, intanto ci si interroga sulla fattibilità della proposta, dopo che l’Ucoii, Unione delle comunità islamiche d’Italia, due giorni fa ha detto di essere d’accordo a un’ora di storia delle religioni, lasciando la questione della fede alle moschee. Secondo Paolo Branca, islamista dell’Università cattolica di Milano, manca però «una sufficiente preparazione da parte dei musulmani in Italia per caricarsi di un’incombenza come l’insegnamento della religione islamica nelle scuole». «L’ora di lezione separata sull’islam porterebbe verso una libanizzazione dell’Italia. Non abbiamo bisogno di un multiculturalismo fra gente che non si parla. L’Italia sta perdendo un’occasione per ripensare completamente a un’ora delle religioni che sia non confessionale e non opzionale».
La proposta non convince Fabrizio Cicchitto. Anche il presidente dei deputati del Pdl s’interroga sulla fattibilità della proposta. «In primo luogo, essa interviene a freddo aprendo una questione delicatissima rispetto a un sistema, quello dell’insegnamento facoltativo della religione cattolica con possibilità degli alunni di non aderire, che, come hanno osservato il rabbino capo Di Segni e il professor Israel, ha finora trovato un suo equilibrio.

In secondo luogo, mentre la Chiesa cattolica ha una sua unità, il mondo musulmano è variegato e contraddittorio: chi sceglierebbe gli insegnanti? In terzo luogo, se ci si inoltrasse lungo questo terreno, perché questa scelta non dovrebbe riguardare anche gli alunni di religione buddista, induista o di altre religioni ancora?»