«Didone errante» in prima nazionale

«Ella, rivolta altrove, teneva gli occhi fissi al suolo e il volto immobile alle parole, più che se fosse dura selce. Infine si strappò di lì e fuggì ostile nel bosco pieno d'ombra». È il silenzio carico di rimproveri che Didone oppone ad Enea nell'Ade: dal suo confino tra le ombre la richiama Francesco Randazzo, autore e regista di «Didone errante», in scena in prima nazionale domani sera alle 21.15 per il festival di Lunaria.
Lo spettacolo, allestito dalla compagnia Ostinati Officina Teatro nel chiostro di San Matteo a Genova a posti limitati (consigliata la prenotazione, tel. 010-2477045; ingresso 12 euro), sarà interpretato da Giorgina Canalini: abbigliata con una veste bianca e logora, da sposa mancata, Didone emergerà da teli bianchi stesi sulla scena. «Didone è un personaggio granitico: fondatrice della potente Cartagine, si conquista un regno, tiene testa ai Barbari che le insidiano il trono e il letto, ma poi cede a “un Frigio imbellettato con i capelli profumati”, secondo le parole di Gadda. E la messinscena è imperniata proprio sulla sua fragilità femminile - spiega Francesco Randazzo -. Il testo è tratto dai versi dell'Eneide di Virgilio e dalla lettera di Didone ad Enea dalle Heroides di Ovidio, in una traduzione alta ma contemporanea». La scena sarà costellata di oggetti della nostra quotidianità che assumeranno di volta in volta un significato nel ricordo di Didone: «Lo spettacolo ha una forte componente multimediale, affine ai molteplici stimoli della comunicazione odierna: le emozioni della protagonista non sono affidate solo alla parola, ma anche a mezzi visivi, alla musica e all'alternanza linguistica. In un momento dello spettacolo Didone avrà un sacco di spazzatura in braccio, un ritrovamento concreto e contemporaneo, a cui si rivolgerà prima con disprezzo, identificandolo con Enea; poi dal sacco cadranno alcuni giocattoli che la faranno sospirare di rimpianto perché nella sua fugace avventura Enea non le ha lasciato nemmeno un figlio, come si lamenta nell'Eneide. La lingua della narrazione sarà l'Italiano, con l'innesto di frammenti in Latino per esprimere la disperazione e la furia di Didone, il suo sostrato barbaro; infine, alcune inserzioni in Inglese, dal libretto della “Didone” di Purcell, evocheranno l'infanzia, i momenti di massima innocenza e fragilità della regina. Anche la musica spazierà da Guccini a Chopin, da Purcell a Cherubini».


La protagonista apparirà in scena con i capelli impastati di fango e ricoperta di terra: «È come se Didone emergesse da strati di terra e di tempo che si aggrumano in lei: è il lungo cammino della classicità fino a noi».

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