In dieci anni i matrimoni misti, tra italiani e stranieri, sono triplicati. Nel 1998 erano il 3 per cento del totale delle celebrazioni civili mentre oggi sono il 10 per cento del totale dei matrimoni. Il trend è segno della crescita dei flussi migratori provenienti dall'Est europeo e la maggioranza dei partner di altra confessione è donna, 5.012 contro i 2.404 uomini. La Romania è il Paese da cui provengono la maggioranza dei partner di altra confessione che convolano a nozze con italiani. Per quanto riguarda i matrimoni interconfessionali, interreligiosi e misti si è passati dai 975 registrati nel 1999 ai 1.557 del 2008. I dati emergono da una ricerca condotta a livello nazionale (94 le diocesi prese in esame) promossa dall'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei in collaborazione con il Cadr, il centro ambrosiano di documentazione per le religioni. In un'intervista al Servizio Informazione Religiosa la curatrice della ricerca, Barbara Ghiringhelli, ricercatrice del Cadr, spiega che «a favorire la nascita di matrimoni interreligiosi e interconfessionali sono l'aumento delle migrazioni internazionali, la stabilizzazione del fenomeno migratorio in Italia e la cresciuta pluralità delle tradizioni di origine presenti in termini culturali e religiosi».
Aumentano in particolare i matrimoni interconfessionali che vedono l'unione di coniugi cristiani appartenenti però a diverse confessioni mentre rimangono pressochè stabili se non lievemente diminuiti i matrimoni interreligiosi. Nel 1999 i matrimoni interconfessionali erano stati 553 mentre nel 2008 sono saliti a 911. I matrimoni interreligiosi sono passati invece da 121 nel 1999 a 115 nel 2008.
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