da Milano
La cosiddetta norma anti-precari nasce da un emendamento della Lega e da uno del Pdl che dovevano servire a porre fine a una serie di contenziosi aperti da precari delle Poste, che si sono rivolti alla magistratura per essere assunti a titolo definitivo. A spiegarlo, ieri allagenzia Ansa, è stato Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze della Camera, e co-presentatore dellemendamento.
Lamministratore delegato delle Poste, Massimo Sarmi, a quanto riferiscono fonti dellazienda, non avrebbe però sollecitato il provvedimento, anzi, sarebbe rimasto sorpreso vedendo le vertenze sui contratti a termine delle Poste diventare da un giorno allaltro uno degli argomenti caldi delle cronache politiche.
Il problema delle cause di lavoro alle Poste è notevole e viene da lontano: dalla ristrutturazione avviata alla fine degli anni 90, con la successiva trasformazione in Società per azioni. Il piano di industriale 1998-2002 firmato da Corrado Passera, finalizzato a una maggiore efficienza e allattivo di bilancio (raggiunto nel 2002), aveva comportato un taglio del personale di 22mila unità e un maggior ricorso a contratti a termine. Con landar del tempo però, anche per limpossibilità organizzativa di riassorbire tutto il personale nelle stesse località e mansioni previste nelliniziale contratto a tempo determinato, Poste spa si è ritrovata un contenzioso legale aperto da 27mila lavoratori ed ex lavoratori a termine. Un problema che Sarmi ha affrontato insieme ai sindacati e che ha portato nel 2006 a un primo accordo, sottoscritto da 13mila lavoratori. Laccordo prevede, a fronte della rinuncia alla vertenza legale, linserimento in una maxi graduatoria per il reintegro, ma in posizioni e in località concordate con lazienda. Da allora 7mila posizioni sono state sanate e un altro accordo è in corso per la sistemazione di circa 10mila «sportellisti». Quelli che rimangono fuori sarebbero dunque gli «irriducibili», alcune migliaia di ex contratti a tempo determinato indisponibili a giungere a patti con la società.
Alle Poste non si sbilanciano, ma è chiaro che una soluzione per il contenzioso in essere sarebbe ben accolta.
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