Pregoressia: un pericoloso disturbo alimentare

Quella paura di prendere peso durante la gravidanza che può nuocere gravemente alla salute del feto e della gestante. "Necessario un intervento di psicoterapia mirato alla gestione del disturbo alimentare"

Pregoressia: un pericoloso disturbo alimentare
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Poco conosciuta ma sempre più diffusa: la pregoressia è un disturbo del comportamento alimentare che colpisce le donne nel momento in cui scoprono di essere in gravidanza. Derivante dall’unione delle parole inglesi pregnancy e anorexia (gravidanza e anoressia), questa patologia si manifesta con una forte preoccupazione all’idea di dover prendere peso al punto che la donna interessata pone in essere dei comportamenti alimentari sbagliati per evitare di ingrassare e, addirittura, intensifica l’allenamento fisico con attività non adeguate e pericolose. Da qui numerosi rischi sia per la salute della gestante, sia per il nascituro. Perché accade ciò? Cosa si scatena nella mente di una donna in questi casi? Ne abbiamo parlato con il medico psichiatra e psicoanalista Leonardo Mendolicchio, Responsabile U.O.C. Riabilitazione DCA, Ospedale “San Giuseppe” - Piancavallo Istituto Auxologico Italiano.

Come si manifesta questo disturbo. Come lo si riconosce?

“Questo disturbo si manifesta tipicamente durante la fase di gestazione di donne che sviluppano un'attenzione morbosa verso il loro peso e la loro alimentazione, con l'obiettivo di ridurre al minimo l'incremento ponderale che è tipico di una donna che si trova in stato interessante. Questa condizione mette a serio rischio lo sviluppo naturale del feto perché l'alimentazione iper selettiva, oppure, caratterizzata da restrizione calorica, può indurre alterazioni metaboliche che intaccheranno appunto lo sviluppo del feto”.

Chi sono le donne maggiormente colpite?

“Ovviamente questo disturbo è molto frequente in donne che soffrono di anoressia e che per un motivo del tutto occasionale, riescono a essere fecondate durante un rapporto sessuale. Dico questo perché è noto a tutti che le donne affette da anoressia possono avere alterazioni del ciclo mestruale e mostrare una condizione di infertilità a causa della magrezza estrema la quale produce amenorrea e blocca le funzioni riproduttive in una donna. Accade però che in alcuni momenti, la fertilità di una donna affetta da anoressia, possa determinare comunque la possibilità di ovulare normalmente e questo può produrre la genesi di una gravidanza. Quando una donna affetta da anoressia diventa gravida, avrà tutte le stesse ossessioni che aveva prima della stessa. Anzi, la gravidanza può peggiorare la paura di aumentare di peso e di perdere il controllo sul cibo, sul corpo, sulla fame e rendere i sintomi anoressici (cioè quelli di controllo sul peso e sul cibo), ancora più insistenti”.

E in assenza di anoressia?

“L'anoressia in gravidanza può colpire anche donne che nel momento in cui scoprono di essere incinte non hanno una sintomatologia attiva ma hanno presentato un episodio anoressico nell'arco della loro storia. Il disturbo anoressico superato in una certa fase di vita può ripresentarsi lì dove la gravidanza rappresenti uno stress emotivo importante. Questo determinerà una ripresa dei sintomi anoressici che saranno ovviamente correlati alla condizione della gravidanza.

Molto raro invece immaginare un’anoressia in gravidanza di una donna che non ha mai avuto un disturbo del comportamento alimentare. Seppur rara questa situazione può succedere ma in realtà indagando bene la storia di queste donne, spesso si può notare che in passato comunque c'era sotto soglia o in qualche forma più o meno velata, la presenza di un disturbo del comportamento alimentare anche diverso dall'anoressia come la bulimia oppure l'alimentazione incontrollata”.

Quali sono le conseguenze per la donna in gravidanza e per il nascituro?

“I rischi sono soprattutto legati al fatto che la gravidanza possa interrompersi per deficit nutrizionali importanti, che il feto nasca prematuro o con delle alterazioni metaboliche di accrescimento abbastanza importanti. Ma questa condizione può recare danni anche alla donna gravida che potrebbe avere seri problemi dal punto di vista della gestione della gravidanza stessa col rischio appunto di aborto nei primi mesi di vita”.

Come si interviene a supporto della persona affetta da pregoressia?

“Si interviene soprattutto con psicoterapia mirata alla gestione del disturbo alimentare di tipo anoressico. Si interviene anche lavorando sugli aspetti emotivi che hanno a che fare con il vissuto della gravidanza che possono essere percepiti dalla paziente come traumatici o come pieni di paura per un corpo che cambierà, per una condizione che cambierà.

È difficile immaginare l'utilizzo di farmaci, anche se non impossibile, alla luce del fatto che bisogna stare attenti agli effetti dei farmaci sul peso.

A fianco del lavoro psicoterapico e/o farmacologico, bisognerà supportare la donna dal punto di vista nutrizionale evitando che questa possa commettere scelte molto pericolose per sé e per il feto. Come per tutti i disturbi alimentari, al di là delle fasi di vita di una donna, il trattamento dovrà essere complesso e multidisciplinare”.

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