La vicenda Telecom-At&t sembra sempre più il canovaccio di una storia dove si mescolano finanza, vendette personali, politica italiana e politica estera. Con tanto di ambasciatori Usa che, annusando laria, vanno a Palazzo Chigi per chiedere il rispetto delle regole di mercato.
Prima scena, Milano. Gli uomini dellAt&t incontrano Mediobanca e Generali. Gli italiani fanno capire che la loro offerta potrebbe salire a 2,82 euro per azione: lo stesso livello offerto dagli americani e dai messicani di America Movil a Tronchetti Provera. Ed aggiungono: a quel punto saremmo disponibili ad accordi tecnologici con At&t che potrebbe diventare il partner industriale di cui Telecom ha bisogno. Gli americani, guidati da un cinquantenne texano, li fanno parlare. Alla fine spiegano loro due elementi fondamentali della loro missione in Italia. Il primo: secondo i loro analisti, possono rilanciare fino a 3,6 euro per azione; livello inimmaginabile per le banche italiane. Il massimo offerto da Intesa è 2,7 euro. La seconda: accettare rami dazienda o essere scelti come partner industriali non rientra nella loro mission. Insomma, Mediobanca e Generali si sentono dire un no grazie: andiamo avanti per la nostra strada.
Nel frattempo Guido Rossi non viene indicato nella lista di Olimpia per il consiglio di amministrazione di Telecom. Al suo posto, come presidente di Telecom (ma forse di Olimpia) viene indicato Pasquale Pistorio. E la mossa di far fuori il Professore è frutto sia della mancata sintonia con lazionista (Tronchetti); sia per la stima che il presidente di Pirelli ha per laltro Professore, Bazoli; sia per il braccio di ferro politico che si sta consumando a Roma fra Romano Prodi e Massimo DAlema: braccio di ferro, comunque, che non porta DAlema «a morire per Rossi», come dicono uomini vicini al vice presidente del Consiglio. Ma che porta il Patto di sindacato di Pirelli a «non condividere» la lista che fa fuori Rossi; il blitz per sfiduciare Tronchetti, però, fallisce.
Seconda scena, Roma. Nel pomeriggio, a sorpresa (sebbene fonti del governo sostengono che è da inquadrare nellambito dei periodici colloqui fra i due Paesi), Ronald Spogli arriva a Palazzo Chigi. Da Washington il Dipartimento di Stato deve aspettare quasi quattro ore per ottenere una presa di posizione del governo italiano sullincontro fra il presidente del Consiglio e lambasciatore Usa. Così, in serata, Silvio Sircana precisa: «Escludo che nellincontro abbiano parlato di Telecom». Ed altre fonti della presidenza, aggiungono: «Il governo non si occupa di aziende private quotate in Borsa». I portavoce del governo non potevano dire il contrario. A Palazzo Chigi ancora scotta il comunicato diramato durante la vicenda Rovati in cui venivano rivelate le trattative con General Electric che Tronchetti aveva confidato a Prodi.
In realtà, sembra che lincontro sia stato piuttosto ruvido: segno della «fortissima attenzione dellamministrazione americana - come rivela una fonte di governo - verso la vicenda At&t-Telecom». E questa «fortissima attenzione» sarebbe stata esplicitata senza molti giri di parole dallambasciatore americano al presidente del Consiglio. Atteggiamento, con ogni probabilità, nato ed alimentato dopo lincontro milanese degli uomini dellAt&t con le istituzioni finanziarie che possono esercitare lopzione su Olimpia (la cassaforte in cui Tronchetti detiene il 18% di Telecom). Ma anche dopo le indiscrezioni sul tentativo ispirato da Palazzo Chigi di un coinvolgimento di Deutsche Telekom.
Insomma, Spogli avrebbe fatto capire a Prodi che lamministrazione americana non è disponibile a giochi che, nel pianeta degli affari, prendono il nome di chantage. Vale a dire, ostacoli procedurali o regolamentari che impediscono lingresso di unazienda straniera in un altro mercato. Sul modello di quelli alzati dallItalia nelloperazione Autostrade-Abertis. Tantomeno a cordate parallele o sotterranee per disinnescare lofferta fatta da At&t e America Movil.
Di fronte a questa determinazione, Prodi quindi avrebbe cercato di sondare lambasciatore americano sulle future strategie dellAt&t in Italia. In altre parole, avrebbe cercato di capire se il colosso americano, qualora - fra un mese - entrasse in possesso con la messicana America Movil del 66% di Olimpia, abbia in mente di lanciare un aumento di capitale su Telecom. Lo decidono le imprese: sarebbe stata la risposta.
In altre parole, nellincontro di Palazzo Chigi, Spogli avrebbe lanciato a Prodi quel che gli americani chiamano un warning: un avvertimento. Rispettate le regole del mercato e lasciate fuori la politica da una vicenda fra imprese.
Avvertimento che avrebbe ricevuto, ad altro livello (da gente del Dipartimento di Stato), Massimo DAlema. Da qui, la scelta del ministro degli Esteri di adottare un bassissimo profilo su tutta la vicenda e di non rilasciare dichiarazioni.
Fabrizio Ravoni