Sarebbe stato lallora amministratore della Rcs Roberto Raffaelli a portare ad Arcore il file dellintercettazione fra Piero Fassino e Giovanni Consorte. Raffaelli avrebbe copiato su una pen drive la conversazione telefonica e per questo la procura di Milano gli contesta una sfilza di reati: accesso abusivo a sistema informatico, rivelazione di atti coperti da segreto, e per un altro capitolo, false fatture. Ma lavvocato Luigi Liguori, difensore del manager, smentisce su tutta la linea. «Non è mai stato consegnato né fatto ascoltare alcun file dellintercettazione fra Piero Fassino e Giovanni Consorte al presidente del Consiglio, perché il mio cliente non lha mai estrapolata dal sistema informatico e, quindi, mai posseduta». Di vero, in questa storia, cè, secondo Liguori, solo lincontro a Villa San Martino fra Raffaelli e il premier. «Lincontro natalizio - prosegue Liguori - era stato organizzato per chiedere un aiuto per lespansione allestero di Rcs così come il governo italiano aveva fatto altre volte per aziende italiane».
Lindagine va avanti e coinvolge anche altre persone, Fabrizio Favata ed Eugenio Petessi, che hanno fornito versioni contrastanti.
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