Difesa

Aerei e navi: il piano dell'Italia per la missione Aspides nel Mar Rosso

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, indica la rotta intrapresa dall'Italia per quanto riguarda la missione Aspides nelle bollenti acque del Mar Rosso. Per Roma si valutano anche assetti aerei per la raccolta dati, oltre al contributo fondamentale delle unità della Marina

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Mentre la missione europea nel Mar Rosso prende forma, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, indica all'aula della Camera alcune delle possibili linee guida del contributo di Roma a questa operazione. L'Italia, ha spiegato Crosetto, "ha disposto, quale prima ed immediata misura, l'invio di un'Unità navale, una Fregata multi-missione 'Virginio Fasan', poi sostituita dalla pari classe 'Federico Martinengo'". Ma adesso, con l'evolversi del dibattito all'interno sedi dell'Unione europea, l'ipotesi di un coinvolgimento di Bruxelles si amplia a qualcosa in più della sola presenza navale e di un coordinamento con le due operazioni già in atto nella regione: Atalanta e Prosperity Guardian. Sotto queste premesse è nato appunto il lancio dell'operazione Aspides: che, come ha raccontato oggi Crosetto, sta ricevendo un forte contributo alla sua attivazione proprio dall'Italia, in particolare insieme alla Francia e alla Germania.

"Le navi militari europee svolgeranno compiti di protezione e scorta del naviglio e supporto alla Maritime Situational Awareness, mantenendo uno stretto coordinamento con Atalanta, con cui Aspides condividerà parte dell'area d'operazioni, pur con distinzione di compiti, e con Prosperity Guardian" ha continuato il titolare della Difesa. E per quanto riguarda gli assetti militari, essi "comprenderanno, per ora, un minimo di tre unità navali, supporto intelligence e logistico, capacità di Early Warning aereo, protezione cyber, supporto satellitare e Comunicazione strategica in supporto alla cosiddetta Information Warfare". Il contributo dell'Italia sarà in questo senso particolarmente importante. A detta di Crosetto, infatti, oltre al pilastro che sarà rappresentato dalle unità della Marina Militare (si valuta la possibilità di un impiego per 12 mesi di una nave), vi è anche "la possibilità di fornire assetti aerei con capacità di sorveglianza e raccolta dati".

L'idea di Crosetto e del governo italiano è dunque quella di fornire il più ampio supporto a un'operazione che ha due obiettivi. Da un lato c'è quello più meramente militare: fare da deterrente al pericolo rappresentato dal lancio dei missili e di droni da parte degli Houthi nello Yemen. Dall'altro lato, non va sottovalutato però un secondo aspetto, più strategico e politico, che riguarda invece il ruolo che può assumere l'Europa in un quadrante di fondamentale importanza come quello del Mar Rosso e del Golfo di Aden. Elemento fondamentale non solo per la protezione delle rotte commerciali che riguardano anche l'Unione europea, ma anche per dare un segnale di presenza sullo scenario internazionale in un'area molto vicina agli interessi del Vecchio Continente ma da cui appare sempre meno coinvolta.

Al momento, l'obiettivo dei governo che lavorano al progetto (oltre che di Bruxelles) è quello di coinvolgere tutti i Paesi membri dell'Unione ma anche i partner arabi della regione, in modo da fornire un'immagine di compattezza e di coordinamento con tutti gli attori più importanti. Il quartier generale, come suggerito dallo stesso Crosetto, dovrebbe essere Larissa, in Grecia.

La scelta sarà probabilmente formalizzata il 19 febbraio nella riunione dei ministri degli Esteri, e questo confermerebbe che la guida della missione sarebbe ellenica.

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