Schierati gli F-15: perché gli Usa creano lo scudo coi caccia

Caccia per proteggere l'avamposto strategico dell'Us Air Force nell'Oceano Indiano. Il Pentagono teme ritorsioni sulla base Diego Garcia che ospita i bombardieri strategici

Schierati gli F-15: perché gli Usa creano lo scudo coi caccia
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Una formazione di caccia F-15 sta proteggendo la base americana che si trova sull'isola dell'Oceano Indiano, e ospita i bombardieri strategici B-52. Un avamposto strategico, essenziale per il dispiegamento delle forze aeree statunitensi nella regione, dal quale sarebbero decollati "probabilmente" i bombardieri invisibili B-2 che sono entrati in azione sullo Yemen. Una mossa difensiva che trova senso nel contesto delle "crescenti minacce" provenienti dall'Iran e dai suoi alleati. Minacce che evidentemente preoccupano il Pentagono.

Secondo quanto riportato dalle fonti aperte, l'Us Air Force ha inviato a Diego Garcia un contingente di almeno quattro caccia da superiorità aerea F-15 per "contribuire" a fornire "protezione all'isola" e alle risorse che sono attualmente dispiegate nell'avamposto strategico nell'Oceano Indiano. Per gli analisti di The War Zone si tratterebbe di F-15E Strike Eagle, "dalla tonalità della colorazione" grigio più scura, scrivono.

L'avamposto militare stabilito sull'isola aveva già attirato l'attenzione nelle scorse settimane per via del dispiegamento "insolitamente numeroso" di sei bombardieri stealth B-2 Spirit, arrivati a marzo, proprio in contemporanea con il potenziamento dei raid aerei lanciato contro i ribelli houthi dello Yemen, una formazione armata e sostenuta dall'Iran che ha ripetutamente preso di mira le rotte commerciali che attraversano il Mar Rosso. Si ritiene che i B-2, bombardieri invisibili progettati appositamente per colpire obiettivi posti a grande distanza e siti nel cuore del territorio nemico, abbiano condotto attacchi contro i militanti yemeniti.

Sebbene non si conoscano le "esigenze di intelligence o di missione che hanno innescato questo dispiegamento di forze di protezione relativamente senza precedenti sull'isola", scrivono gli esperti, si può ritenere che tale dispiegamento sia direttamente collegato al "potenziale innalzamento di minaccia" che interessa Diego Garcia. E questo nonostante il cessate il fuoco che attraverso la mediazione dell'Oman dovrebbe aver quietato una crisi parallela e conseguente allo scontro nella Striscia di Gaza che infiamma da due anni il Medio Oriente.

Diego Garcia tra l'Iran e la Cina

Sono sempre state segnalate "particolari preoccupazioni" riguardo alla vulnerabilità delle basi aeree nella regione dell'Indopacifico, specialmente nello scenario di un potenziale conflitto convenzionale con la Cina, che dispone di armi a lungo raggio e vettori capaci di lanciare attacchi aeronavali come le portaerei che Pechino si sta concentrando a varare in numero. Diversa, invece, era la condizione e la portata di un avversario come l'Iran.

Le capacità dell'Iran dei confronti di una base come quella di Diego Garcia, in passato completamente annullate dalla "barriera naturale" che separava l'avamposto dai vettori iraniani, potrebbero risultare quindi è "abbastanza significativo" da giustificare un contingente dei caccia più rodati della Forza aerea americana, che, ovviamente, dispone già di sistemi di difesa multilivello per garantire la sicurezza e la protezione della base.

Ciò nonostante, l'informazione che le Guardie della Rivoluzione di Teheran abbiano commissionato e impiegato per attacchi segreti e operazioni d'intelligence "diverse unità navali" in grado di svolgere la funzione di

navi-madre per lanciare un numero potenzialmente elevato di missili balistici e da crociera e droni kamikaze a lungo raggio, deve aver suggerito al Pentagono l'innalzamento di un perimetro di difesa più flessibile.

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