Lanciato un missile Type-88: scatta l'avviso del Giappone alla Cina

Tokyo ha lanciato il missile superficie-nave a corto raggio Type-88 presso il poligono antiaereo di Shizunai, situato sull'isola dell'Hokkaido

Lanciato un missile Type-88: scatta l'avviso del Giappone alla Cina
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Il Giappone ha effettuato per la prima volta un test missilistico sul proprio territorio. Tokyo ha lanciato il missile superficie-nave a corto raggio Type-88 presso il poligono antiaereo di Shizunai, situato sull'isola dell'Hokkaido. All'esercitazione erano presenti circa 300 soldati della Prima Brigata di artiglieria della Forza di autodifesa terrestre. Le autorità hanno dichiarato che sono ancora in corso le analisi dei risultati della prova. In base a quanto fin qui riportato sappiamo che il missile utilizzato ha preso di mira un'imbarcazione senza pilota dislocata a circa 40 chilometri dalla costa. A causa delle limitazioni di spazio e di problemi di sicurezza, il Giappone aveva precedentemente condotto i suoi test missilistici nei territori degli Stati Uniti e dell'Australia, entrambi Paesi partner per il mantenimento della sicurezza nell'Indo-Pacifico.

Il test missilistico del Giappone

Questo test missilistico sottolinea la spinta del Giappone verso una maggiore autosufficienza militare e l'acquisizione di capacità di risposta come deterrente all'attività navale sempre più aggressiva della Cina nei mari regionali. Dal termine della Seconda Guerra Mondiale Tokyo, per via della sua Costituzione pacifista, ha sempre limitato l'uso della forza solo per autodifesa. Nel 2022, tuttavia, il Paese ha intrapreso una svolta radicale adottando una strategia di sicurezza quinquennale che individua in Pechino la più grande sfida strategica e che, per essere realizzata al meglio, richiede una più stretta alleanza tra con gli Stati Uniti e gli altri Paesi partner dell'area. Ricordiamo che il governo nipponico sta lavorando all'installazione di missili da crociera a lungo raggio, tra cui i Tomahawk acquistati dagli Usa, a partire dalla fine dell'anno, e che sta sviluppando missili terra-nave Type 12 dotati di una gittata di circa 1.000 chilometri, ovvero 10 volte superiore a quella di un Type 88.

Come ha spiegato l'Asian Military Review, il Type-88 è basato sul missile antinave aviolanciato ASM-1 ed è guidato inerzialmente utilizzando una traiettoria di volo pre-programmata che segue/elude il terreno. Vola a una velocità subsonica di Mach 0,93 e ha una gittata di 150 chilometri; può salire ad alta quota prima di scendere appena sopra la superficie per l'attacco finale. La guida terminale si avvale di un cercatore radar attivo in banda Ku e il missile può eseguire attacchi precisi anche in presenza di contromisure elettroniche, individuando i segnali di disturbo del nemico. Un algoritmo di selezione del bersaglio integrato garantisce l'esclusione di esche o falsi bersagli. Il missile è inoltre dotato di un rivestimento che assorbe i radar e di una sezione trasversale a basso raggio per ridurre il rilevamento. La testata, che può raggiungere i 270 kg, è progettata per massimizzare l'effetto sul bersaglio e la letalità.

La mossa di Tokyo

Il Giappone sta insomma potenziando la propria difesa affidandosi ai missili. L'obiettivo? Semplice: contrastare le ambizioni regionali della Cina e, al tempo stesso, rafforzare il controllo sulle acque contese. Kawasaki Heavy Industries (KHI), per esempio, sta lavorando ad un jolly militare che dovrebbe testare nell'anno fiscale 2027.

Il missile, noto come "nuovo missile antinave per la difesa delle isole remote", rientrerebbe in una strategia più ampia (Defense Buildup Program) volta a sviluppare missili standoff, in un contesto di crescenti tensioni relative alle contese isole Senkaku. Da quel poco che sappiamo, il jolly in questione sarebbe dotato di un motore a basso consumo di carburante di KHI, il KJ300, e dovrebbe essere progettato per essere lanciato al di fuori del raggio di minaccia del nemico.

In ogni caso

il prossimo passo, ha evidenziato The Straits Times, consisterebbe nel posizionare missili terra-aria a Yonaguni, il punto più occidentale del Paese, a 2mila chilometri da Tokyo e 110 dalla citata Taiwan.

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