Difesa

"Spareremo a fuoco vivo". Navi da guerra lungo le cose della Cina: cosa succede

Le esercitazioni di fuoco vivo terra-mare, che le autorità taiwanesi hanno sottolineato essere di routine e non di ritorsione, dovrebbero tenersi nelle prossime ore nelle isole Kinmen, a pochi chilometri dalle coste cinesi

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"Se dovessero provocarci o causarci problemi, osando agire in modo avventato, andranno sicuramente incontro al fallimento". Le parole uscite dalla bocca di Chen Binhua, portavoce dell'Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato cinese, suonano come un chiaro avvertimento rivolto all'indirizzo di Taiwan. In concomitanza con la notizia secondo cui Taipei condurrà, nei prossimi giorni, esercitazioni a fuoco vivo nei pressi delle isole Kinmen e Lieyu, controllate dal governo taiwanese e situate a pochi chilometri dal territorio controllato da Pechino, il Dragone ha suggerito a quella che considera una provincia ribelle di "non creare problemi".

Le esercitazioni militari di Taiwan

Le esercitazioni di fuoco vivo terra-mare, che le autorità taiwanesi hanno sottolineato essere di routine e non di ritorsione, dovrebbero tenersi (il condizionale è d'obbligo) nelle prossime ore nelle isole Kinmen. Proprio qui, tra l'altro, il mese scorso un peschereccio cinese si era ribaltato mentre fuggiva dalla guardia costiera di Taiwan, in un incidente che ha provocato la morte per annegamento di due persone che si trovavano a bordo dell'imbarcazione. Pechino aveva subito denunciato quanto accaduto inviando nella zona la propria guardia costiera.

Da metà febbraio, le navi della guardia costiera cinese sono così entrate in quelle che secondo Taiwan sono "acque riservate" intorno a Kinmen. Gli analisti ritengono che Pechino starebbe usando il citato episodio come pretesto per indebolire la giurisdizione de facto di Taiwan sugli isolotti, rischiando una possibile escalation regionale.

I media di Taiwan hanno intanto fatto sapere che i governi locali di 11 città e contee dell'isola terranno esercitazioni per rafforzare la risposta civica a un'emergenza a partire dall'11 aprile. L'esercitazione di mobilitazione della difesa nazionale e prevenzione dei disastri del 2024 inizierà a Taoyuan l'11 aprile, per poi spostarsi nella contea di Nantou il 18 aprile, nella contea di Changhua il 25 aprile, nella contea di Pingtung il 2 maggio, nella contea di Chiayi il 9 maggio e, infine, nella contea di Miaoli il 16 maggio. Inoltre, i governi delle contee di Hsinchu, Yilan e Yunlin organizzeranno a turno l’esercitazione rispettivamente il 6, 13 e 20 giugno, mentre i governi di Nuova Taipei e Kaohsiung seguiranno il 23 e 25 luglio. Maggiori dettagli saranno annunciati prima delle esercitazioni, secondo quanto riportato dal ministero della Difesa.

Cosa succede tra Taipei e Pechino

Il quotidiano cinese Global Times ha scritto che le autorità del Partito Democratico Progressista (DPP, il partito al governo a Taiwan) stanno cercando di "modellare un’immagine intransigente dell'isola" per "affrontare la Cina continentale e compiacere i suoi elettori secessionisti e Washington". "Che si tratti di "addestramento di routine" o di "provocazione mirata", le autorità del DPP lo sanno meglio di chiunque altro. La gente di Kinmen, avendo sperimentato personalmente la transizione tra pace e guerra, apprezza la pace e si oppone ancora di più alla guerra", ha tuonato ancora Chen Binhua.

Nel frattempo, l'ex presidente di Taiwan, Ma Ying Jeou, è in visita in Cina con l'obiettivo di contribuire a costruire legami sociali e culturali. La missione potrebbe includere un incontro con il presidente cinese, Xi Jinping. Ma è partito da Taipei insieme a un gruppo di studenti per un viaggio di 11 giorni da cui emergono le continue interazioni fra Cina e Taiwan nei settori della cultura e dell'istruzione nonostante le tensioni nello Stretto, alimentate dalla minacce, da parte di Pechino, su un possibile utilizzo della forza bellica per inglobare la "provincia ribelle".

Il programma del viaggio prevede una tappa a Pechino, durante la quale Ma potrebbe vedere Xi. Il presidente cinese si è sempre detto disponibile nei confronti dei politici di Taiwan, a patto che riconoscano che l'isola fa parte di una comune nazione cinese. Nel 2015, al termine del suo secondo mandato, Ma ha partecipato a uno storico incontro con Xi a Singapore.

Il faccia a faccia - il primo tra i leader di Cina e Taiwan in oltre mezzo secolo - non ha prodotto i risultati sperati sul fronte di una riduzione delle tensioni.

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