Il nuovo ministro della Difesa giapponese, Shinjiro Koizumi, ha pubblicamente chiesto al governo di Tokyo di valutare l'acquisizione di sottomarini a propulsione nucleare (SSN), segnando quello che rappresenta un significativo cambiamento strategico per una nazione in cui l'opinione pubblica rimane profondamente avversa alle armi nucleari per via del passato storico rappresentato dai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
Le due bombe nucleari, sganciate sulle città nipponiche dagli Stati Uniti, che hanno contribuito decisivamente alla resa di Tokyo, sono rimaste nella coscienza collettiva giapponese in modo profondo, radicandosi insieme a un altrettanto profondo senso di colpa per quel conflitto al punto da aver fatto nascere la costituzione più pacifista del mondo e una radicata volontà di perseguire internazionalmente il disarmo nucleare. Un sentimento talmente forte che il Giappone non ha mai nemmeno pensato a utilizzare l'energia atomica per la propulsione di unità navali da guerra, sebbene il Paese la sfrutti per scopi espressamente civili nelle sue centrali nucleari per la produzione di energia elettrica.
Negli ultimi anni questo sentimento è cambiato, e Tokyo sta cambiando lentamente la sua storica politica militare, che prevedeva la rinuncia a qualsiasi strumento offensivo (portaerei, bombardieri, ecc), per via della maggiore minaccia alla pace e alla stabilità regionale rappresentata da due attori molto vicini all'arcipelago nipponico: la Corea del Nord e la Repubblica Popolare Cinese.
Pyongyang si è dotata di un arsenale nucleare e di vettori moderni per il trasporto di testate atomiche: dai missili balistici capaci di raggiungere il continente nordamericano, ai missili ipersonici passando per sottomarini in grado di lanciare vettori con carica atomica. “Ci sono nuovi sviluppi e tutti i paesi limitrofi sono pronti a possedere (sottomarini nucleari)”, ha dichiarato Koizumi durante un'apparizione in un programma della Tokyo Broadcasting System Television Inc. il 6 novembre. L'osservazione del ministro della Difesa è stata fatta in riferimento all'approvazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Seul per la costruzione di un proprio SSN durante i colloqui del 29 ottobre a margine del vertice dei leader dell'Asia-Pacific Economic Cooperation (Apec) a Gyeongju, in Corea del Sud. In Asia orientale, la Repubblica Popolare Cinese sta costantemente aumentando la sua flotta di SSN e la Corea del Nord prevede di sviluppare sottomarini a propulsione nucleare nell'ambito di un piano quinquennale di sviluppo della Difesa presentato a gennaio 2021.
“L'ambiente che circonda il Giappone è diventato così ostile che dobbiamo discutere se continuare a utilizzare motori diesel per i sottomarini come prima, o passare all'energia nucleare”, ha affermato ancora il ministro Koizumi, aggiungendo che gli SSN “non sono niente di particolarmente insolito”. In una conferenza stampa il giorno successivo, alla domanda sulla possibilità che il Giappone possa impiegare sottomarini a propulsione nucleare, il capo della Difesa ha sottolineato che “a questo punto, non è stato ancora deciso nulla riguardo alla prossima generazione di sistemi di propulsione per sottomarini”, ma qualcosa si era già mosso a settembre, quando in un documento ufficiale della Difesa di Tokyo si era affermata – tra le righe – la volontà di iniziare gli studi di fattibilità per questo tipo di propulsione per i sottomarini, proprio in considerazione del contesto internazionale particolarmente degradato e delle nuove minacce date dal riarmo cinese e nordcoreano.
Sebbene non vi sia ancora nulla di certo, come ribadito più volte dal ministro, solo l'aver pubblicamente affermato la necessità di dotarsi di questo particolare tipo di propulsione navale rappresenta un cambio epocale anche dal punto di vista dottrinario, non solo politico, per il Giappone.
Esattamente come sta avvenendo in Italia, con gli studi per un tipo di propulsione nucleare composta da piccoli reattori di nuova generazione per equipaggiare sottomarini, cacciatorpediniere e probabilmente anche una nuova portaerei più grande, questa tecnologia permetterà alla marina nipponica una più grande capacità di manovra nei mari e determinerà la nascita di una nuova dottrina d'impiego dei sottomarini, che potranno restare nascosti sott'acqua a tempo indefinito proprio grazie a essa.