
Nella costa orientale della Cina sono in corso importanti avvicendamenti militari. Il Dragone starebbe infatti trasformando l'area, altamente strategica ai fini di un'eventuale crisi a Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale, in una piattaforma per lanciare potenziali attacchi missilistici contro Taipei e dintorni. Gli analisti, che hanno visionato alcune immagini satellitari emblematiche, ritengono che questo rafforzamento faccia parte delle ambizioni di Xi Jinping di riportare la provincia ribelle sotto il controllo di Pechino, oltre che di contrastare la potenza statunitense in Asia. Ecco che cosa sappiamo.
Cosa succede sulla costa orientale della Cina
Secondo quanto riportato dal New York Times, le brigate missilistiche cinesi hanno costruito basi nuove e più grandi sulla costa orientale del Paese, e aggiunto altre rampe di lancio in siti di primo piano. Il Pentagono, in ogni caso, stima che la Forza Missilistica cinese, che controlla missili nucleari e convenzionali, abbia aumentato le sue scorte di quasi il 50% in quattro anni, arrivando a circa 3.500 missili. Sebbene non sia chiaro quanti siano sulla costa orientale e diretti a Taiwan, le immagini satellitari mostrano una situazione preoccupante per Taipei.
Le basi di Pechino, per esempio, stanno schierando missili sempre più avanzati come il Dongfeng-17, un missile ipersonico manovrabile e più difficile da intercettare, e il Dongfeng-26, soprannominato da alcuni cinesi "Guam Express" per essere in grado di colpire le strutture militari statunitensi nella regione. Lungo la costa orientale della Cina, i soldati si sono esercitati a lanciare missili da campi agricoli e valli isolate, vicino alle autostrade e dagli affioramenti costieri di fronte a Taiwan, che si trova oltre uno stretto di 100 miglia.
I missili sono "in realtà il punto di partenza per qualsiasi tipo di campagna di coercizione militare che la Cina userebbe contro Taiwan", è l'avvertimento di Jennifer Kavanagh, ricercatrice senior presso Defense Priorities. In caso di guerra, infatti, i missili cinesi sarebbero fondamentali per annientare le difese di Taiwan, oltre che per minacciare le basi statunitensi a Guam e in Giappone, e a colpire le navi della Marina statunitense inviate in aiuto dell'isola.
La Brigata 611 e i nuovi missili
Le immagini satellitari mostrano come negli ultimi anni le dimensioni della base della Brigata 611 siano letteralmente raddoppiate. La nuova area comprende quello che alcuni esperti ritengono possa essere, almeno in parte, un complesso di addestramento con rampe di lancio e tunnel fittizi per la simulazione delle operazioni. "Si tratta di una struttura enorme, un centro di addestramento piuttosto coeso per esercitarsi in una gamma completa di operazioni", ha dichiarato al NYT Decker Eveleth, ricercatore presso la CNA. Anche un'altra unità, la Brigata 616, nella provincia di Jiangxi, è cresciuta rapidamente in attesa del Dongfeng-17.
La Brigata 611, nell'Anhui, sta schierando il Dongfeng-26, che può essere armato con una testata convenzionale o nucleare, e che è in grado, come detto, di raggiungere le installazioni militari americane in alcune parti dell'Asia-Pacifico. Il missile può tra l'altro essere trasportato su strada, rendendolo più difficile da tracciare.
In una guerra per Taiwan, è lecito supporre che i comandanti cinesi possano disperdere unità missilistiche mobili in grotte e siti protetti per cercare di eludere il rilevamento. I siti di lancio lungo la costa consentirebbero alle unità di lanciare razzi contro obiettivi a Taipei o contro navi in mare, per poi spostarsi altrove: un problema non da poco per gli Usa e i loro partner.
China is turning its east coast into a missile strike platform aimed at Taiwan as well as US forces that protect the Island.
— Vanguard Intel Group (@vanguardintel) September 29, 2025
The Pentagon reports China’s Rocket Force has boosted its missile stockpile by nearly 50% in 4 years, reaching about 3,500 missiles.
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