
L'Iran ha trovato un alleato per ripristinare le sue capacità difensiva e proteggersi da future incursioni aeree nemiche rivolgendosi alla potenza più temuta dagli Stati Uniti d'America, la Repubblica Popolare Cinese che ha offerto i suoi missili Sam al governo di Teheran.
Secondo fonti citate dal Middle East Eye, i Guardiani della rivoluzione islamica avrebbero già preso possesso di un numero non specificato di batterie armate con missili terra-aria di fabbricazione cinese. In cambio, l'Iran avrebbe fornito una partita di petrolio a Pechino. Uno scambio che molti osservatori attribuiranno all'esistenza dell'oscuro "asse dello sconvolgimento" teorizzato nel 2024 dagli analisti geopolitici statunitensi Fontaine e Kendall-Taylor.
Teheran vuole approfittare della tregua con Israele per riacquisire capacità difensive, e sostituire i sistemi d'arma distrutti dai sabotatori del Mossad e dalle incursioni aeree condotte nel corso dell'Operazione Rising Lion con nuovi sistemi antiaerei forniti dalla Cina.
L'informazione "delicata" diffusa da fonti d'intelligence arabe
Le fonti della testata mediorientale che ha monitorato con attenzione la Guerra dei 12 giorni in tutti i suoi sviluppi, affermano che "Le consegne di batterie di missili terra-aria cinesi sono avvenute dopo la stipula di una tregua di fatto tra Iran e Israele il 24 giugno". A riportare la notizia sarebbe stato un funzionario arabo a conoscenza dei "dati di intelligence" che oseremmo definire di una certa rilevanza, se confermati.
Sempre stando al Middle East Eye, un'altra fonte anonima ha dichiarato che "gli alleati arabi degli Stati Uniti erano a conoscenza degli sforzi di Teheran per "sostenere e rafforzare" le sue difese aeree". Affermando che gli Stati Uniti sono stati "informati" di questi dati sensibili e dei "progressi dell'Iran" da parte di un mukhābarāt o di un funzionario governativo di una potenza del Golfo.
Le fonti non hanno specificato di quanti missili terra-aria si trattai. Ma solo che l'Iran avrebbe ricevuto dalla Cina missili Sam in cambio di petrolio. La Cina è infatti il principale "importatore di petrolio iraniano". Secondo l'Energy Information Administration statunitense quasi il "90% delle esportazioni iraniane di greggio e condensato è destinato a Pechino".
Un rafforzamento dei rapporti Cina-Iran
Questo scambio segna un pericoloso rafforzamento delle relazioni tra Pechino e Teheran, e in un certo senso stravolge la convinzione che la Cina stesse "prendendo le distanze" dalla crisi in Iran. Una convinzione che si era diffusa negli ultimi tempi scanditi da operazioni militari condotte da Israele e Stati Uniti.
Israele aveva ottenuto la superiorità aerea nei cieli dell'Iran eliminando, nell'ottobre del 2024 e nel giugno del 2025, la quasi totalità delle difese aeree e dei sistemi radar di fabbricazione sovietica e russa che erano dislocati in Iran e Siria. Stiamo parlando di sistemi come gli S-300 russi, batterie radar a lungo raggio integrate nel sistema Iads, lanciatori Sam appartenenti a piattaforme Sa5, Sa15 e sistemi autoctoni Bavar373.
Ora la Cina potrebbe aver concesso la possibilità di rimpiazzarli con sistemi di difesa aerea HQ-9 e HQ-16.
Gli stessi che sono stati venduti al Pakistan, che ha già impiegato con successo un missile cinese Pl-15 nella recente crisi dei cieli Kashmir, ai margini dei quali è stato abbattuto un caccia di produzione francese Dassualt Rafale delle forze aeree indiane. Che la decisione di acquisire sistemi d'arma cinesi da parte dell'Iran sia stata presa non solo per mandare un messaggio agli F-35 Adir israeliani in Medio Oriente, ma implicitamente a gli F-35 di tutto il mondo?