
Lo scontro aereo che si è verificato nella notte tra il 6 e il 7 maggio nei cieli al confine tra India e Pakistan non si riduce a una semplice per quanto pericolosa azione militare con implicazioni circoscritte alla stabilità della regione, ma ha una portata molto più ampia, e non solo per via degli arsenali nucleari detenuti dalle due grandi potenze dell'Asia meridionale.
Nello scenario che ha previsto più di un duello aereo, sia stato a ridotta o lunga distanza, un jet da combattimento di fabbricazione francese Dassault Rafale della Forza Aerea Indiana è stato abbattuto con missili di fabbricazione cinese impiegati dalle forze aeree o terrestri del Pakistan. Uno di questi, un missile Pl-15E che è stato presumibilmente lanciato da un caccia della Forza aerea pakistana, è caduto quasi "intatto" in territorio indiano, diventato un potenziale tesoro per l'intelligence occidentale che potrebbe avere l'occasione di studiare "uno dei missili più pericolosi" della Cina.
Lo scontro aereo nei cieli del Kashmir
Secondo quanto riportato da funzionari militari pakistani, in risposta alla serie di raid aerei lanciati dall'India contro 9 obiettivi terroristici nel Kashmir controllato dal Pakistan, una formazione mista di caccia di fabbricazione cinese J-10 e JF-17 e F-16 Viper di fabbricazione statunitensi, che compongono il nerbo della flotta aerea pakistana, ha preso parte ai combattimenti con quella che è stata quantificata in una formazione avversaria di 72 jet da combattimento della forza aerea indiana.
Per Islamabad, che afferma di non aver registrato perdite, i 42 caccia della formazione pakistana hanno "abbattuto cinque aerei avversari". Tra questi tre Rafale, un Su-30 Flanker e un MiG-29 Fulcrum di fabbricazione russa. L'abbattimento di un caccia Rafale biposto è stato confermato anche dall'intelligence francese, mentre le altre informazioni sono ancora considerate infondate.
Ciò nonostante, la "vittoria" attribuita a un caccia di fabbricazione cinese contro un caccia di fabbricazione francese, non è priva di implicazioni a livello di intelligence dal momento che uno dei missili uguale a quelli che potrebbero essere stati impiegati per abbattere il caccia indiano è caduto nel Punjab e può rivelare alcuni segreti sulla tecnologia militare cinese. Segreti che Nuova Delhi potrebbe anche condividere con i suoi partner militari.
Il missile cinese caduto in territorio indiano
Come e perché un missile sia caduto quasi intatto è ancora un mistero. Secondo gli esperti di The War Zone, potrebbe essersi trattato di un lancio a distanza da parte di un caccia pakistano che ha lasciato i sensori del missile alla ricerca di un bersaglio "oltre il raggio visivo" in una dinamica "fire and forget".
Per questo motivo, il missile, andato a vuoto, è caduto, lasciando intatta la sezione posteriore e altre componenti di questo missile aria-aria a guida radar attiva PL-15E di fabbricazione cinese. Considerato uno dei missili più moderni che sono in dotazione all'Aeronautica cinese.
Un tesoro per l'intelligence occidentale
L'India, che ha stretto una serie di partnership con gli Stati Uniti e molti dei suoi alleati, compresa l'Italia, potrebbe anche condividere i "segreti" emersi dall'analisi del sistema di propulsione a razzo e delle altre componenti, probabilmente in relazione alle prestazioni del missile o al sistema di guida e ricerca del bersaglio, essendo andato "a vuoto".
Un piccolo tesoro per gli analisti del Pentagono e per quelli di altre intelligence, come quella francese che deve fare i conti con il primo caso nella storia di un abbattimento dei suoi caccia Dassault Rafale. Attualmente la punta di diamante della forza aerea francese, sebbene in versioni aggiornate rispetto al Rafale Dh abbattuto, uno dei primi tre consegnati all'India nel 2020.
I missili come il Pl-15 rappresentano una "minaccia" per gli aerei americani in un eventuale "futuro conflitto con la Cina".
Non è noto quali informazioni e dati possedessero le intelligence occidentali su questo tipo di arma, e questo nonostante il Pentagono promuova da anni un'ampia iniziativa denominata "Foreign Materiel Exploitation". Si tratta di un'operazione specificamente incaricata di acquisire, come in passato, sistemi d'arma di potenze estere attraverso canali diretti o paralleli per conoscere e testare le loro "capacità".