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Pronto lo Sky Hawk: cosa si sa e cosa può fare il nuovo drone stealth della Cina

Il drone in questione è in procinto di entrare nella fase di test all'aperto, per poi diventare a tutti gli effetti operativo. Ecco cosa sappiamo del nuovo mezzo stealth di Pechino

Sky Hawk è pronto: cosa sappiamo del nuovo drone stealth della Cina

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La Cina continua a migliorare il suo arsenale di droni stealth. L'ultimo gioiellino sfornato da Pechino, o meglio dall'Istituto di ricerca numero 3 della China Aerospace Science and Industry Corporation (CASIC), si chiama Sky Hawk. Il drone in questione è in procinto di entrare nella fase di test all'aperto, per poi diventare a tutti gli effetti operativo. Ecco cosa sappiamo del nuovo mezzo che dovrebbe poter presto utilizzare l'Esercito Popolare di Liberazione Cinese.

L'ultimo drone della Cina

Lo Sky Hawk è stato descritto dalla China Central Television (Cctv) come una sorta di UAV stealth in grado di restare operativo per lunga durata e dotato di un potenziale di ricognizione e penetrazione grazie alla sua configurazione ad ala volante. Il quotidiano cinese Global Times ha invece osservato che il velivolo "intelligente" può decollare, volare e atterrare da solo in modalità completamente autonoma.

La stessa testata ha quindi pubblicato un video del drone che decolla e completa un volo di prova. Il filmato, come ha sottolineato il portale Eurasiantimes, risale a svariati anni fa. Anche perché altri media hanno spiegato che uno Sky Hawk aggiornato, con migliori capacità di resistenza e di azione furtiva, sarà presto sottoposto a test esterni. Al momento non ci sono dettagli in merito alle specifiche dei citati test.

Dopo circa quattro anni di sviluppo, l'UAV da ricognizione Sky Hawk ha condotto con successo il suo primo volo nel novembre 2017 e, in un secondo momento, l'ingegnere capo Ma Hongzhong e il suo team hanno continuato a ottimizzare e iterare le prestazioni del drone. Il design dell'ala volante utilizzato dal modello offre molti vantaggi, tra cui una sezione trasversale radar più piccola che consente una furtività più efficiente e un rapporto portanza-resistenza più elevato che consente un raggio d'azione più lungo. È per questo che molti paesi, tra cui Cina, Stati Uniti e Russia, starebbero quindi sviluppando droni del genere.

L'importanza strategica degli UAV

Agli occhi della Cina (e non solo) la “guerra dei droni” acquisisce importanza in linea con le moderne condizioni di combattimento. I Paesi del mondo, infatti, stanno lavorando per rendere i loro UAV “furtivi”, proprio come i loro aerei da combattimento. Gli osservatori hanno notato che oltre allo Sky Hawk la Cina aveva recentemente mostrato i suoi UAV ad ala volante, compresi i droni d’attacco stealth GJ-11 e CH-7.

Il GJ-11, per la cronaca, è stato progettato per essere il "loyal wingman" del jet stealth cinese J-20 e si prevede che volerà anche dall'ultima portaerei Type 004 Fujian. La sua missione dovrebbe consistere nel condurre attacchi a penetrazione profonda su obiettivi critici, ma non è da escludere che il mezzo possa essere dotato anche di una capacità limitata di sorveglianza e ricognizione dell'intelligence (ISR). Il CH-7 può rilevare obiettivi ostili per un periodo piuttosto lungo, volare più in alto del GJ-11, rimanere nella zona di missione più a lungo e concentrarsi maggiormente sulla ricognizione e sulla sorveglianza diurna e notturna in condizioni estremamente rischiose.

In generale i droni nella configurazione ad ala volante presentano vantaggi nella ricognizione, nell'attacco, nel rifornimento aereo, nella guerra elettronica e in altre importanti missioni nella guerra moderna, ma lo sviluppo di tali velivoli è impegnativo a causa della mancanza di ali verticali e di altri timoni convenzionali.

Cresce, intanto, l'attesa di vedere all'opera Sky Hawk.

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