Il posizionamento della portaerei nucleare USS Gerald R. Ford nelle acque norvegesi rappresenta un punto di svolta nelle dinamiche di sicurezza e nell’area nordica e baltica. Questa operazione, parte integrante dell’attività di vigilanza avanzata Nato denominata Neptune Strike, costituisce una risposta concertata alle crescenti attività della Federazione russa, le quali continuano a destare importanti riflessioni sulla stabilità e la sicurezza degli Stati membri dell’Alleanza Atlantica. L’azione militare congiunta ha evidenziato capacità operative di elevato profilo e una determinazione rafforzata nel presidio di uno dei teatri strategici più critici d’Europa.
Cosa sappiamo
Per la prima volta, velivoli da combattimento F/A-18 hanno effettuato operazioni di lancio da una portaerei nel Mare del Nord per colpire un obiettivo localizzato all’ingresso del Golfo di Finlandia, una zona strategica situata all’estremità orientale del Mar Baltico. Con un raggio d’azione stimato in circa 1.600 km, questi caccia hanno portato a termine un attacco di precisione nell’area di addestramento Hästö-Busö in Finlandia, per poi rientrare alla nave madre. Il comandante del comparto aereo della flotta, il Capitano David J. Dartez, ha enfatizzato la sinergia tra le forze aeronavali, sottolineando la padronanza operativa in un ambiente artico caratterizzato da condizioni climatiche estreme e variabili. L’esercitazione, che ha coinvolto forze provenienti da tredici nazioni, ha dimostrato la capacità integrata della Nato di condurre operazioni di “strike marittimo” complesse e coordinate su più livelli.
Criticità regionali nel Nord Europa
L’operazione si inserisce in un quadro di crescente intensificazione delle azioni militari russe nell’area, con frequenti violazioni dello spazio aereo di membri Nato quali Finlandia, Estonia, Polonia e Norvegia. Tali azioni sono considerate parte di una strategia sistematica di destabilizzazione, che mina la sicurezza collettiva e incrementa le tensioni nell’area baltica e nordica. Parallelamente, ripetuti episodi di attività “drone-based” in territorio danese, hanno acuito la percezione di una minaccia asimmetrica sofisticata. Questi fattori hanno reso imprescindibile una dimostrazione tangibile di forza e prontezza da parte dell’Alleanza, volta a tutelare la libertà di navigazione e l’integrità sovrana degli Stati membri.
Sorveglianza e controllo della Nato
Nel corso delle attività, apprendiamo che la presenza di velivoli russi di ricognizione nelle prossimità della portaerei è stata efficacemente neutralizzata tramite intercettazioni eseguite da caccia F-35 norvegesi e F/A-18 statunitensi, garantendo una sorveglianza costante e una risposta tempestiva alle provocazioni. Il coordinamento tra le forze alleate, che ha incluso unità navali tedesche e francesi, ha assicurato il controllo dello spazio aereo e marittimo, nonché la sorveglianza attiva delle attività sottomarine russe, con particolare attenzione ai sottomarini multipurpose classe Yasen operanti nel Mare di Barents. L’alto livello di professionalità e rigore nell’esecuzione delle manovre, anche in condizioni meteorologiche avverse, ha confermato la prontezza operativa dell’Alleanza in un ambiente artico e subartico complesso. Tali manovre si collocano nel quadro preparatorio dell’esercitazione strategica congiunta russo-bielorussa Zapad-2025, evidenziando la crescente competitività geopolitica nella regione.
Prospettive per la sicurezza euro-atlantica
Le reiterate violazioni dello spazio aereo dei Paesi Nato da parte di velivoli militari russi, incluse incursioni di MiG-31 armati e attacchi drone, hanno determinato l’attivazione dell’Articolo 4 del Trattato Atlantico, segnando una fase di allerta e convocazione di consultazioni straordinarie tra gli alleati. Le manovre effettuate da Mosca sono state duramente condannate dall’Alleanza, che ha ribadito la ferma intenzione di impiegare tutti gli strumenti, militari e non, conformi al diritto internazionale, volti a salvaguardare la sicurezza collettiva e la stabilità regionale. Alcuni Stati europei hanno espresso la disponibilità ad adottare misure difensive più incisive, incluso l’abbattimento di velivoli che violino intenzionalmente lo spazio aereo alleato. Nel contempo, per alcuni analisti l’intensa escalation di attacchi drone e missile russi in Ucraina sembra palesare la volontà del Cremlino di proseguire il conflitto, con ripercussioni dirette sulla sicurezza euro-atlantica.
In tale scenario, esercitazioni come Neptune Strike assumono un ruolo fondamentale nel dimostrare la coesione, la preparazione e la determinazione della Nato nel contrastare efficacemente le sfide poste dalla Russia nel Nord Europa e nell’area baltica.