Triplo attacco nucleare in laboratorio: cosa sappiamo dello strano esperimento militare cinese

La Cina ha simulato un attacco nucleare multi-punto sotterraneo. Ecco com'è andato il test

Triplo attacco nucleare in laboratorio: cosa sappiamo dello strano esperimento militare cinese
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La Cina ha preso appunti dal recente blitz statunitense sugli impianti nucleari iraniani e dal conseguente dibattito sull'efficacia dello strike. Le bombe Usa hanno completamente distrutto i siti di Teheran oppure, come suggeriscono alcuni, il nucleo delle strutture è sopravvissuto agli attacchi? Il punto chiave è che le armi convenzionali, in certi casi, non riescono effettivamente ad eliminare obiettivi sotterranei. Gli scienziati cinesi hanno dunque testato una possibile soluzione: utilizzare armi nucleari. Ma non una soltanto, bensì una sequenza coordinata di più testate per colpire il medesimo punto. Ecco com'è andato l'esperimento nucleare di Pechino.

Il triplo attacco nucleare cinese

Un nuovo studio condotto da scienziati cinesi, pubblicato il 10 settembre sulla rivista Explosion and Shock Waves, descrive un importante esperimento condotto dall'esercito cinese. La ricerca, guidata da Xu Xiaohui, professore associato presso l'Università di ingegneria militare dell'Esercito popolare di liberazione (PLA) di Nanchino, spiega nel dettaglio lo sviluppo del primo sistema di laboratorio al mondo in grado di simulare gli effetti di esplosioni nucleari multi punto ad alto rendimento nelle profondità del sottosuolo. Il test, ha sottolineato il South China Morning Post, era incentrato sull'impatto di tre testate nucleari detonate, in rapida successione, sullo stesso bersaglio.

In generale gli studi sugli effetti della penetrazione nucleare nel suolo si sono concentrati sulle detonazioni di singole testate, e questo perché gli analisti hanno a lungo ipotizzato che un singolo bunker buster ad alto rendimento potesse far crollare o distruggere strutture interrate in profondità.

Il team di Xu sostiene adesso che nuove armi nucleari a bassa potenza, guidate con precisione e in grado di penetrare il suolo – ora operative negli arsenali statunitensi e russi – siano in fase di progettazione con più veicoli di rientro a bersaglio indipendente. Queste testate possono essere programmate per colpire lo stesso punto "a grappolo" o in modo "focalizzato", creando potenzialmente un effetto distruttivo sinergico molto maggiore della somma delle singole esplosioni.

Effetto grappolo

Gli attacchi nucleari multi-punto di questo tipo sono esistiti solo in teoria. Secondo Xu e i suoi colleghi, nessuna nazione aveva un metodo affidabile per simulare o testare fisicamente gli effetti combinati di craterizzazione e shock di più esplosioni nucleari sotterranee simultanee o quasi simultanee, soprattutto su scale realistiche. La svolta del team cinese risiede in un nuovo sistema di test basato su una camera a vuoto, che consente ai ricercatori di modellare gli effetti dei crateri nucleari su larga scala a una frazione del costo e del rischio dei test su larga scala.

Utilizzando i principi della teoria della similitudine, il sistema riduce le esplosioni nucleari massicce a piccoli esperimenti controllati. Il fulcro dell'impianto è un sistema di sorgenti esplosive in miniatura basato su una pistola a gas ad alta pressione a due stadi che spara piccoli proiettili per rompere sfere di vetro pressurizzate contenenti gas di esplosione simulato. In sostanza, il sistema consente di innescare più sorgenti esplosive con una sincronizzazione pressoché perfetta.

L'aspetto più significativo è che l'area di danno superficiale prevista, ovvero quella che rappresenta la zona di distruzione, è passata a oltre 80.000 metri quadrati. Anche in uno scenario meno profondo (5 kilotoni a 20 metri di profondità), il triplo attacco ha aumentato l'area di danno superficiale di quattro volte, dimostrando che gli attacchi multi-punto erano costantemente più efficaci nel massimizzare la distruzione.

"Questo studio, per la prima volta, dimostra attraverso un confronto tra i risultati della simulazione e i dati dei test sui prototipi che le sorgenti esplosive multi-punto sepolte in profondità presentano un'efficienza di craterizzazione significativamente più elevata rispetto alle sorgenti a punto singolo, fornendo supporto ai dati per strategie coordinate di penetrazione multi-testata utilizzando armi nucleari che penetrano nel terreno", ha concluso il team di Xu.

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