Differenziata in 122 celle

«Esperimento riuscito. Il progetto della raccolta differenziata nel carcere di Marassi ha avuto un esito positivo. E ci teniamo che l'iniziativa possa ripetersi anche il prossimo anno». A lodare i risultati raggiunti sono il direttore della Casa Circondariale Salvatore Mazzeo, il presidente di Amiu Riccardo Casale e l'assessore provinciale con delega alle carceri Milò Bertolotto. Il progetto, partito tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008 ha visto coinvolti 5 detenuti con delle borse di lavoro di 200 euro e il corpo della polizia penitenziaria, e ha interessato tutte le sezioni attraverso la raccolta per il riciclo di carta e plastica nelle celle e negli uffici, e di vetro nelle mense e nello spaccio del carcere, accompagnato da strumenti informativi, come il depliant plurilingue per i detenuti. Tutte le 122 celle di Marassi sono state così dotate di speciali e sicuri contenitori in cartone per la raccolta differenziata della plastica, mentre la carta è stata raccolta direttamente a mano. Coinvolti anche gli uffici amministrativi e quelli della Polizia penitenziaria. «È un segnale questo molto importante - spiegano il direttore e l'assessore provinciale -. Stimola il detenuto al rispetto della legalità e dell'ambiente. Il progetto ha inoltre valenza sul piano trattamentale, pedagogico, sul quello dell'inserimento sociale del detenuto». I dati confermano che la raccolta differenziata all'interno di Marassi è pari al 20 per cento, dati in linea con il resto della città. «Il carcere è una realtà della città - precisa il presidente dell'Amiu -. Rappresenta un grande consumatore di rifiuti, e noi lo abbiamo considerato come altri elementi in città, adeguando le modalità di attuazione della raccolta stessa. L'esperimento della differenziata, rappresenta un'antenna di trasmissione di un messaggio positivo, che varca i confini del carcere stesso».
Durante la conferenza, che ha ufficializzato la continuità del progetto, lo stesso direttore ha ribadito la sua contrarietà a l'ipotesi di spostare il carcere in altra zona della città: «Perché investire in un altro carcere, soprattutto dopo quello che abbiamo speso qui? Questo istituto ci è costato tanti miliardi. Sì è vero, la struttura è del 1800, ma nel ’90 è stata ristrutturata. All'interno, è moderno l'istituto.

I servizi igienici, la nuova caserma, la panetteria e la falegnameria sono soltanto un esempio degli interventi. Non si può vanificare tutto questo, solo perché il carcere si trova in città. Nel resto d'Italia poi, dove hanno provveduto a creare istituti nuovi, quelli vecchi non sono stati dismessi».

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