Digiune per ubriacarsi la sera: l'anoressia da happy hour

La chiamano drunkoressia ed è una nuova forma di disturbo alimentare. Digiune tutto il giorno per ubriacarsi la sera all'happy hour. Gli esperti: "La tendenza a eccedere con l’alcol è molto diffusa fra anoressiche e bulimiche" 

Digiune per ubriacarsi la sera: 
l'anoressia da happy hour

Milano - Sfiancanti digiuni di 24, 48 ore. Solo acqua e sigarette per tenersi in piedi fino alle 7 di sera. È il rito pre-happy hour per molte adolescenti anoressiche. Scatta in vista di serate scandite da file di "one shot", bicchierini di superalcolici bevuti quasi a stomaco vuoto, o dopo avere spiluccato qua e là dal buffet dell’aperitivo. Nei mille volti dell’anoressia c’è anche questo: si chiama "drunkoressia" ed è una delle spie del disturbo alimentare.

Alcol al posto del cibo
Astinenza dal cibo per potersi permettere "l’abbuffata alcolica". Perchè chi soffre di anoressia è consapevole delle calorie presenti in un cocktail, ma deroga alle rigide regole alimentari che si impone per cedere al fascino dell’alcol, disinibente e facilitatore dei rapporti sociali. E lo fa solo attivando meccanismi preventivi di compensazione. Una sorta di dieta in cui il cibo è sostituito dal bicchiere. Il fenomeno è stato osservato e descritto oggi durante un convegno a Milano, da un medico di medicina generale della metropoli, Maria Cristina Campanini.

Tendenza diffusa Ma gli esperti confermano: "La tendenza a eccedere con l’alcol è molto diffusa fra anoressiche e bulimiche, che lo ’usanò in relazione al loro disturbo", spiega Dasha Nicholls, psichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza e co-direttore del servizio di Feeding and Eating Disorders nel Great Ormond Street Hospital di Londra. C’è chi affoga nel rum l’ansia di aver mangiato troppo e chi beve per indursi un senso di sazietà. O ancora chi lo fa per superare difficoltà di relazione, o sulla scia di impulsi incontrollabili.

Bere per vomitare Oppure perchè l’alcol è una delle vie più semplici per arrivare a vomitare. "Nel mio studio - racconta Campanini durante il convegno, organizzato dall’ospedale San Paolo di Milano per presentare un progetto per bambini e adolescenti con questi problemi - sono passate diverse ragazze con disturbi alimentari. Di queste due sono morte, una suicida.

Ragazze che, una volta costruito un rapporto di fiducia, raccontano delle file durante gli happy hour. Non file per pagare o servirsi al buffet. Ma file di bicchierini superalcolici che bevono, uno dietro l’altro, per sentirsi sazie e disinibite".

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