Dimesso il bimbo nato dalla mamma morta di meningite

Torna a casa il piccolo Matteo, nato alla 21esima settimana di gestazione, quando la sua mamma morì a causa di una meningite fulminante. Il bimbo ora «sta bene - assicurano i medici del Niguarda - e ha lasciato l’ospedale dopo oltre due mesi di degenza». Nel reparto di neonatologia era diventato una baby mascotte e non passava giorno che le infermiere non lo andassero a trovare. Al suo fianco, dietro al vetro, il papà, che guardando le sue prime smorfie nella culla ha trovato la forza per andare avanti e per superare il trauma della morte improvvisa della moglie.
Il 27 dicembre scorso, quando è venuto alla luce, Matteo pesava appena un chilo e 140 grammi. «È stato un lungo percorso di cura - spiega Stefano Martinelli, direttore della neonatologia dell’ospedale - ma ora Matteo, che dovrà fare ulteriori controlli, sta molto bene, è pieno di vita e pesa oltre 3 chili. Per il nostro ospedale è il secondo caso di questo tipo, dopo quello di Cristina Nicole nel 2006».
Entrambi i casi, quello di Cristina Nicole e di Matteo, si sono conclusi positivamente e «confermano che l’assistenza neonatale in Lombardia, e in particolar modo al Niguarda - si legge in una nota dell’ospedale - è su livelli di assoluta eccellenza».
La storia di Matteo, accaduta prima di Natale, aveva amareggiato tutti. Sua madre, una donna cingalese di trent’anni, era stata ricoverata all’ospedale San Paolo il 3 novembre 2010 per una meningite fulminante, mentre era appunto alla 21esima settimana di gestazione. La donna non ce l’ha fatta e gli interventi dei medici per salvarla sono stati inutili. A dicembre era stata trasferita al Niguarda, dove neurorianimatori, neonatologi, ginecologi hanno garantito l’assistenza e le cure per una maturazione fetale compatibile con una buona qualità di vita del piccolo.

In sostanza la donna, ormai cerebralmente morta, ha fatto da incubatrice al suo bambino finché ha potuto. Poi il piccolo, grande quanto una mano, è stato spostato in un’incubatrice artificiale. Ed è cresciuto, monitorato ogni istante. Ora è fuori pericolo e potrà tornare a casa con il suo papà.

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