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Diritti Mediaset, il pressing dei pm milanesi: "Adesso il processo rischia la prescrizione"

Il presidente della prima sezione penale del tribunale di Milano Edoardo D’Avossa: "Questo è un processo a rischio prescrizione, non ci possiamo bloccare sulla rogatoria, che non si può rinviare". La procura taglia dieci testimoni della difesa: "Non sono stati reperiti"

Diritti Mediaset, il pressing dei pm milanesi: 
"Adesso il processo rischia la prescrizione"

Milano - "Questo è un processo a rischio prescrizione, non ci possiamo bloccare sulla rogatoria, che non si può rinviare". Durante il processo per i diritti tv Mediaset, il presidente della prima sezione penale del tribunale di Milano Edoardo D’Avossa, ha discusso con le parti sulla rogatoria fissata per il prossimo cinque ottobre, durante la quale verranno sentiti in videoconferenza due testimoni. Nel frattempo il presidente del  Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto sapere non si presenterà in aula.

Le mosse della procura di Milano "Questo è un processo a rischio prescrizione e la rogatoria non si può rinviare. Questo è un procedimento che ha la precedenza, non ci possiamo bloccare sulla rogatoria, abbiamo penato anni per averla". Le parole del giudice sono in sostanza la replica a quanto anticipato dall’avvocato Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Berlusconi che poco prima aveva spiegato che lui e il suo collega Piero Longo, entrambi parlamentari, per il 5 ottobre avranno "problemi" e Berlusconi potrebbe avere degli impedimenti. Intanto, dei molti testimoni convocati, in particolare da parte dei legali del premier, in tanti non si sono presentati. Uno di quelli presenti, ha fatto perdere le sue tracce (contattato sul cellulare è risultato irreperibile). Mentre è stata sentita, per la difesa del manager Daniele Lorenzano, Marina Camana, l’allora segretaria dell’ex manager di Mediaset, ora morto, Carlo Bernasconi.

Tagliati i testimono della difesa I giudici hanno tagliato dieci testi stranieri della difesa Berlusconi perché, come risulta dai documenti depositati dai legali del premier, "non sono stati reperiti". E' questa una delle decisioni prese dal collegio, al termine dell’udienza di oggi, dove finalmente si è "materializzato" anche il secondo teste, cercato per ore al cellulare, questa volta però convocato dai legali del capo del governo, e cioè Achille Frattini, presidente del collegio sindacale di Mediaset dal 1994 al 2007, il quale, tra i vari «non ricordo», ha addirittura confuso la data di quotazione in Borsa della stessa Mediaset, anticipandola di due anni. Il processo è stato aggiornato al pomeriggio del prossimo 5 ottobre per sentire un paio di testimoni in videoconferenza da Montecarlo. Dopo di che è già stata fissata per il 17 ottobre prossimo la convocazione di una serie di testimoni tra cui Candia Camaggi, imputata e allora responsabile degli uffici di Lugano del gruppo Ubaldo Livolsi e Messina.

Berlusconi non va in Aula Dopo che si era sparsa la voce che il premier, partito in tarda mattinata da Roma alla volta di Milano, sarebbe giunto a Palazzo di Giustizia e dopo che l’avvocato Niccolò Ghedini aveva fatto presente al tribunale che il capo del governo avrebbe potuto essere in udienza in tarda mattinata, i legali del Cavaliere hanno fatto sapere che Berlusconi non si sarebbe presentato in tribunale.

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