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Diritti tv: il teste dell'accusa scagiona Berlusconi

Maurizio Carlotti, amministratore delegato di Mediaset dal luglio del 1998 all'aprile del 2000, scagiona il Cavaliere su un punto fondamentale dell'accusa ,secondo la quale l'ex premier e Farouk Frank Agrama erano "soci occulti"

Diritti tv: il teste dell'accusa scagiona Berlusconi

Milano - Maurizio Carlotti, amministratore delegato di Mediaset dal luglio del 1998 all'aprile del 2000 ora ad Antenna 3 in Spagna, arriva in aula al processo sui presunti fondi neri relativi ai diritti tv come testimone chiamato dalla procura, ma finisce per scagionare Silvio Berlusconi, su un punto fondamentale dell'accusa secondo la quale l'ex premier e Farouk Frank Agrama erano "soci occulti". Rispondendo al pm Fabio De Pasquale, Carlotti spiega: "Fu Paramount a imporre Agrama come intermediario nella compravendita dei film. Io affrontai l'argomento con Gary Marenzie, presidente di Paramount, proprio per verificare tale situazione".

Ad un certo punto della deposizione insorgono i difensori di Agrama e di Daniele Lorenzano perchè il pm rinnova la domanda sul ruolo dell'uomo d'affari di origine egiziana. "Per 8 volte la stessa domanda, la ragione è che non gli piace la risposta" dicono i legali. Ma il rappresentante dell'accusa torna alla carica. Carlotti replica: "Così mi disse Marenzie". Piero Longo uno dei legali di Berlusconi ironizza: "Socio occulto anche Marenzie". Poi davanti ai cronisti l'avvocato aggiunge: "Se va avanti così rinunceremo a tutti i testi della difesa, perchè il quadro è sufficientemente chiaro e sconfortante per la procura". Per buona parte della sua deposizione Carlotti risponde a domande sugli intermediari, perché questo è uno degli argomenti chiave dell'intero processo dal momento che i costi aumentavano passando i film per troppe mani e secondo l'accusa ciò serviva a creare disponibilità extrabilancio.

"C'erano intermediari che apportavano contributi e altri erano parassiti, il problema era la capacità distinguere e non sempre ci si riusciva" sono state le parole del manager il quale rispondendo al pm ha spiegato di non aver mai parlato con Silvio Berlusconi di diritti tv. Perchè lasciò Mediaset? la domanda finale del pm. "C'erano altri amministratori, il figlio dell'azionista di riferimento, insomma in linguaggio calcistico c'era troppo affollamento a centrocampo".

Il processo riprenderà il 23 aprile con la deposizione del revisore di Kpmg Gabriella Chersicla.

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