Diritti umani, lite in pubblico tra zar Vladimir e la Merkel

Diritti umani,  lite in pubblico tra zar Vladimir e la Merkel

da Berlino

Contrasti immutati. Nessun passo avanti. Tutte le difficoltà segnalate alla vigilia del vertice sono state confermate. Eppure i due giorni che la cancelliera tedesca Angela Merkel, presidente di turno dell’Unione europea, e il presidente russo Vladimir Putin hanno trascorso a Samara, sulle rive del Volga, nell'intento di sciogliere i tanti nodi che rischiano di bloccare i negoziati per il rinnovo dell'accordo tra Russia e Ue, non sono stati inutili. Il vertice ha avuto, infatti, il merito di aver chiarito quello che è il vero ostacolo che rende difficile il dialogo tra Mosca e Bruxelles, separando le cause dai pretesti che hanno innescato l'attuale fase critica.
E l'ostacolo non è l'embargo russo alle importazioni di carne polacca perché non offrirebbe sufficienti garanzie di sicurezza o la minaccia di Varsavia di bloccare, per ritorsione, il rinnovo dell'accordo con Mosca. E neppure la minaccia della Lituania di seguire l'esempio polacco se prima Mosca non darà garanzie sulla continuità delle forniture energetiche. L'ostacolo lo ha indicato Putin nella conferenza stampa conclusiva senza giri di parole: «L'allargamento dell'Ue a Est ha reso i nostri rapporti più complicati, l'atteggiamento antirusso di alcuni Paesi vicini ci preoccupa».
L'allusione agli orientamenti, certamente antirussi, di alcuni Paesi ex satelliti del Cremlino entrati nella casa europea non poteva essere più evidente. Quando prima o poi, polacchi e baltici permettendo, sarà trovato un compromesso per dare il via ai negoziati per il rinnovo dell'accordo tra la Ue e la Russia, il punto centrale della trattativa sarà quindi quello di studiare soluzioni che tranquillizzino i russi su una serie di problemi tra i quali, al primo posto, c'è l'installazione in Polonia e nella Repubblica ceca dei missili antiterrorismo americani che Mosca sente come una minaccia alla propria sicurezza.
Una volta tranquillizzata Mosca su ciò che più la preoccupa, tutte le altre mine, dalla purezza della carne polacca alla regolarità delle forniture energetiche, saranno disinnescate. La Merkel, senza fare concessioni, si è impegnata ad affrontare tutti i temi che turbano i rapporti tra Ue e Russia, compreso quello dei missili.
Quindi un vertice privo di risultati immediati ma franco ed estremamente schietto come ha dimostrato il vivace scambio di battute sul rispetto dei diritti umani (altro tema in agenda) tra la Merkel e Putin in presenza dei giornalisti. Ieri mattina un centinaio di contestatori guidati dal campione di scacchi Garry Kasparov era stato bloccato all'aeroporto di Mosca mentre voleva partire per Samara e dimostrare contro Putin. La Merkel non ha esitato a esprimere la propria solidarietà: «Capisco, caro Vladimir, che la polizia intervenga contro chi pratica la violenza, ma non posso capire quando la polizia interviene contro chi vuole solo manifestare le proprie idee».
Parole che hanno colpito Putin, che ha risposto con prontezza: «In Germania la polizia ha fatto di peggio arrestando elementi solo perché sospetti di voler dimostrare, quindi di manifestare le proprie idee, al G8 fra poche settimane». Silenzio della cancelliera.

In serata Kasparov, in un'intervista alla tv tedesca, ha chiesto all'Ue di prendere misure «immediate contro i metodi antidemocratici di Putin». Un problema in più per la Merkel, per l'Europa e per il difficile dialogo con la Russia di Putin.

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