Marco Mastrorilli
Ventiquattro multe, 24 fotocopie dei documenti, 24 raccomandate e 24 code in posta. Questo lallucinante iter che ha dovuto affrontare la signora R.Z. per il disservizio dei vigili urbani riguardo laccesso alle zone a traffico limitato. La signora ogni giorno accompagna suo figlio, invalido al 100 per cento, in una clinica pediatrica del centro di Milano perché possa essere alimentato attraverso un sondino gastrico. Pur essendo munita di regolare contrassegno, rilasciato dalla Polizia municipale, la signora ha ricevuto ben 24 multe per aver transitato con la sua auto nelle corsie preferenziali del centro storico. «Il problema sarebbe un malfunzionamento delle telecamere poste ai varchi - afferma la signora R.Z. - che non permetterebbe la regolare visualizzazione del permesso posto sul cruscotto dellauto». La signora scrive al prefetto, al Comando dei vigili e alla ditta che ha installato le telecamere senza ottenere risposta. Davanti alla costrizione di dover contestare ogni singola multa - che si traduce inevitabilmente in uno spreco di tempo e denaro - decide di rivolgersi al Difensore civico. Risultato? Se la personale iniziativa della signora aveva fallito, lintervento del Difensore civico è riuscito a smuovere la burocrazia statale: con la piena collaborazione del Comando dei vigili, il caso viene risolto velocemente mediante linserimento della targa nellelenco targhe consentite al transito. «Il mio è solo un caso tra molti - ribadisce la signora -.
Disabile con il pass, multato 24 volte
Lodissea risolta soltanto grazie al difensore civico
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