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La disperazione del marito: "Ucciderò quei bastardi"

La prima domanda: "Dov’è Teresa?"

La disperazione del marito: "Ucciderò quei bastardi"

Afragola (Napoli) - Anche se in una cittadina come Afragola, storicamente dominata dalla camorra e dalla delinquenza e, quindi, abituata alla violenza, la barbara uccisione di Teresa Luongo, ha scosso le coscienze di tanta gente. Almeno quelle delle persone per bene. Via Lucania, anonima e isolata strada di periferia, da ieri è diventata meta di pellegrinaggio per centinaia di persone, decise con la loro presenza a manifestare la loro solidarietà alla famiglia Funicola ma, anche la rabbia e lo sdegno verso lo Stato «che ci ha abbandonati da sempre qui ad Afragola». Negli ultimi mesi le rapine in casa sono aumentate vertiginosamente. La stessa aria si respira all'ospedale San Giovanni di Dio, nella vicina Frattaminore, dove è ricoverato Vincenzo Funicola. La figlia Anna, il fratello Giovanni e i familiari più stretti, gli sono accanto, per aiutarlo a dimenticare la notte di terrore. Ma, a una domanda, del fruttivendolo, non sanno rispondere: «Dov'è Teresa? Come sta? Che cosa le hanno fatto?».

Un parente prende coraggio e risponde, ma non gli dice la verità. «Stai tranquillo è ricoverata anche lei qui». E allora Vincenzo sembra rianimarsi, riprende forza e con la residua voce che gli è rimasta il gola, avverte. «Li ammazzo, se li trovo, li ammazzo quei delinquenti». Poi, si è sfogato con il fratello Giovanni, ha rievocato il momento dell'irruzione dei malviventi, i pugni, i calci, le bastonate. «Stavamo dormendo, quando sono entrati in casa.

Mi hanno messo un cuscino in faccia e mi hanno picchiato con il bastone di Teresa, fino a piegarlo».

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