«Il Dito resterà in piazza fino a settembre Poi voglio altre sculture»

«Dagli indici finanziari al dito medio il passo è breve. E allora alla Consob dico: le polemiche non servono, meglio stringersi la mano». L’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory getta acqua sul fuoco dopo l’ennesima puntata del tormentone sulla scultura di Cattelan, che ha visto scendere in campo il presidente della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa che ha lanciato un ultimatum: o la statua sparisce da piazza Affari oppure la relazione annuale di maggio si farà altrove. Eppure la vita sembrava scorrere placidamente sotto palazzo Mezzanotte, dopo la delibera che prolungava a settembre l’installazione, mentre cittadini e turisti mostravano un’affezione crescente per la manona dalle dita allusivamente mozzate, ormai sfondo quotidiano per foto di gruppo e cartoline formato visita. Fino all’estrema boutade della mattina di San Valentino, quando il fatidico medio si svegliò impalmato da un vistoso anello. Gli audaci autori della burla, videoripresi per Youtube, parlarono di «fidanzamento ideologico»; da parte sua, Cattelan ne lodò l’intraprendenza, e l’assessore alla Cultura si compiacque dell’ulteriore pubblicità all’operazione. Sarà stato proprio l’anello galeotto a scatenare l’inaspettato anatema del dottor Vegas? «Mi ha meravigliato - dice l’assessore - perchè la Consob è un organo che tutela la libertà del mercato e degli uomini, e dunque dovrebbe rispettare la libertà dell’arte negli spazi pubblici. Detto questo, più guardo quell’opera e più convinco che piazza Affari sia un palcoscenico ideale per l’arte contemporanea: quando il Dito verrà spostato, porterò altri artisti e altre sculture». La querelle, insomma, sembra destinata a non finire, mentre anche il sindaco Moratti sottolinea che le delibere vanno rispettate e dunque la grande mano di Cattelan resterà in piazza fino a settembre, turbando qualche sonno un po’ come il cartellone di Anita Ekberg di felliniana memoria. Poi l’assessore estrae dalla scarpa un sassolino collettivo e rilancia: «Se c’è qualcosa che deturpa quella piazza non è certo una scultura pensata casomai per valorizzarne l’architettura, quanto il parcheggio selvaggio di macchine e furgoni che la invadono a tutte le ore». Come dire: lo spazio è pubblico soltanto se è funzionale agli affari propri. Ma c’è di più: «Cattelan oltre a rappresentare l’arte contemporanea su quella piazza - dice Finazzer- è anche l’esponente più quotato sul piano economico e dunque, bene o male, rappresenta anche il mercato. Ovvio che la scultura a settembre verrà spostata, anche se la maggioranza degli addetti ai lavori vorrebbe che restasse lì per sempre». Già, sarà spostata ma dove? L’idea iniziale di portarla al futuro museo d’arte contemporanea sembra definitivamente tramontata e quasi certamente l’opera tornerà all’artista. La piazza, invece, potrebbe presto ospitare nuove scorribande artistiche.

«Quella piazza è un gioiello e certo non appartiene agli operatori economici nè tantomeno ai loro fornitori. Personalmente vorrei valorizzare l’intera area dell’antico anfiteatro anche in vista dell’anniversario dell’Editto di Costantino».

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