«Il divo» e il Duce si dividono i premi della critica

TaorminaI Nastri d’argento del Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani ieri hanno legato stretti i ranghi del cinema italiano, in un abbraccio all’insegna di una rinascita davvero interessante. È rinata, infatti, la commedia all’italiana, «genere finora ingiustamente disprezzato: non ho mai capito perché chi faceva piangere era migliore di chi faceva ridere», ha affermato Nancy Brilli, premiata insieme al cast di Ex, la fortunata commedia corale del regista romano Fausto Brizzi, l’unico allievo fin qui legalmente riconosciuto dalla spensierata ditta Vanzina. In un’annata avara di finanziamenti statali, a fronte d’una crisi che non ha certo risparmiato il grande schermo, è tuttavia emerso il talento del cineasta Gianni Di Gregorio, che con il suo piccolo-grande Pranzo di Ferragosto ha varcato la soglia d’una solida riconoscibilità vincendo il Nastro come miglior regista esordiente.
Ma è Paolo Sorrentino il regista dell’anno, che con Il Divo ha conquistato in tutto quattro premi, chiudendo alla pari con Vincere di Marco Bellocchio, la sfida dei Nastri d’argento 2009. La 63ª edizione d’un premio che cresce in statura e peso politico (divertente la polemica a distanza tra il sindaco di Taormina e il sindaco di Roma a proposito dei David di Donatello, che contenderebbero palmo a palmo un terreno mediatico assai ambito), è stata dedicata al professor Mario Verdone padre dell’attore e regista Carlo, in rappresentanza della cui famiglia, colpita dalla scomparsa del congiunto, è intervenuto Christian De Sica (Nastro speciale per il miglior libro cinematografico dell’anno con Figlio di papà, Mondadori). «Spero di vincere un premio per il film drammatico che ho finito di girare con Pupi Avati», ha detto Christian, marito di Silvia Verdone e dunque cognato del «Carletto nazionale».
Assediato dai fotografi, Raoul Bova ha vinto il Nastro come produttore impegnato, visto che con Sbirri e con 15 seconds, un corto contro la pena di morte, ha dato testimonianza di una particolare attenzione alle tematiche sociali di rilievo. Anche Micaela Ramazzotti, distintasi quest’anno per Questione di cuore ha vinto il premio Nastri d’argento-L’Oréal, così come Beppe Fiorello ha portato a casa il «Premio Nino Manfredi», voluto dalla vedova dell’attore Erminia, graziosa con un paio di orecchini che riproducono il viso di Nino. Per Vincere, il film trasversale di Marco Bellocchio, che ha messo d’accordo destra e sinistra, sono stati premiati inoltre Francesca Calvelli (montaggio), Daniele Ciprí (fotografia) e Marco Dentici (scenografia).

La presidente del Sngci, Laura Delli Colli, che quest’anno ha dedicato una precisa attenzione alla cinematografia europea ed extraeuropea (Nastro ad Andrzej Wajda per Katyn e premio alla carriera a Isabelle Huppert) ha inoltre conferito a Toni Servillo, Giovanna Mezzogiorno, Francesca Neri ed Ezio Greggio il Nastro per la categoria migliori attori.

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