Divorzio sprint: un anno per dirsi addio

Senato, la commissione Giustizia vota la proposta di legge sullo scioglimento rapido delle nozze: anche l'Italia si adegua al resto d'Europa

Divorzio sprint: un anno per dirsi addio

È la legittimazione dei rapporti liquidi, che si realizzano, che prendono forma, che diventano legge. Il divorzio dopo un anno di separazione. La commissione Giustizia del Senato ha adottato un testo base per accorciare i tempi del divorzio: viene fissato a un anno il periodo di tempo per ottenere lo scioglimento del matrimonio.
Dodici mesi per cancellare un amore, cambiare pagina, strapparla e riscrivere il proprio destino da zero. Rifarsi una vita, ritentare la fortuna o restare single. Arriva anche in Italia il divorzio lampo. Come la guerra, quella da fare e vincere nel breve tempo possibile. Stracciare il nemico facendo terra bruciata intorno. Ma questa è una battaglia che si fa in famiglia, qui le armi sono vessazioni, ricatti psicologici, e spesso figli da schierare come pedine. Ogni mossa, covata all’ombra di rancori, chi resiste vince e chi vince porta a casa il bottino. Alimenti, assegni di mantenimento, prima casa e casa in montagna. Più eventuali indennizzi.

Con il decreto legge a brindare saranno le donne. Le più deboli, quelle che di solito perdono. «Tre anni sono lunghissimi e molti mariti giocano e imperversano psicologicamente sulla moglie: così tornerà sulla sua decisione e non divorzierà mai». Era il 2003 quando mille lettere o mail come queste arrivarono all’on. Elena Montecchi e in commissione Giustizia si discuteva una legge per ridurre da tre a uno gli anni di attesa tra la separazione e il divorzio. Ma allora c’era stato un nulla di fatto. Troppe opposizioni, critiche, indecisioni, e la bocciatura aveva provocato altrettanti musi lunghi.

Adesso invece l’aria è cambiata. «Il clima in commissione è assolutamente positivo e ci sono le condizioni per procedere speditamente», dice Massimo Brutti che ha presentato il testo, approvato con un voto bipartisan unanime. Dieci gli articoli che lo compongono il primo dei quali fissa in un anno il tempo necessario per ottenere il divorzio. L’anno potrebbe anche ridursi a sei mesi se la coppia non ha figli e in presenza del consenso di entrambi.

Il termine per gli emendamenti è stato fissato per il 22 gennaio 2008 e Brutti non nasconde il proprio ottimismo sulla possibilità che, a differenza che nella scorsa legislatura, stavolta il provvedimento possa avere il via libera finale: «Il clima in commissione è ottimo». È così che oggi, il vento di novità arrivato dalla Francia supera le Alpi.
E allora che il divorzio light abbia inizio.

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