Il dolore e la speranza negli «Intarsi» di Gisella Colombo

La consolazione che danno le piccole cose, lo stupore verso il mondo, l'acutezza dei sensi, che porta memorie e scoperte nuove ogni giorno. Proprio ciò che, solo a volte e non a tutti, salva la vita. Ieri a Milano (Libri e caffé, viale Premuda 15) sono stati presentati quattro piccoli volumi: due di poesie, Frammenti di felicità sospesa e Tracce di serenità ritrovata, e due di prosa, Intarsio e Tre parentesi. Non ci sono famosi editori né noti scrittori dietro questi titoli, ma un'insegnante milanese, Gisella Colombo, professoressa di lettere al liceo Leonardo da Vinci, che ha deciso di stampare i suoi piccoli tesori per conto proprio e di presentarli così, semplicemente, in un tardo pomeriggio che annuncia l'autunno, a chi abbia voglia di ascoltare la sua storia. Dentro le poesie abbiamo trovato il dolore, venuto nel mondo per lei dopo la malattia del figlio Giorgio, e la serenità, riconquistata anche con la scrittura, quell’«altalena tra il piacere e la paura» che l'ha portata a guardarsi dentro, a osservarsi e a lasciarsi osservare dalle cose. Dentro le prose - che sono brevi racconti ma anche fantasie, dove c’è spazio per riflessioni e memorie - si svolgono in realtà i diari della Colombo insegnante. In Intarsio, i ricordi diventano volti: quelli degli alunni di Magenta messi in galleria, uno dopo l'altro, zainetti e gomme da cancellare vicino a drammi e amori in erba. Si sente la voce del professor Keating che invita a cogliere l'Attimo fuggente. Si vede una scuola che crediamo di aver vissuto anche noi, fatta di scambio e passione, dello sguardo trepidante di una professoressa che ci pare di aver conosciuto anche se la vediamo per prima volta, oggi che è diventata scrittrice: «Primo giorno di scuola. Sto per entrare in una nuova terza. Una settimana di programmazione alle spalle: tante idee fiorite, inseguite, rielaborate, accantonate, cassate... Frasi vere, frasi fatte, frasi vuote, frasi ad effetto; paroloni capaci di stupire un'accolita di colleghi appena approdati al liceo. L'eco dei discorsi sfuma.

Dal monte dei progetti alla landa della prassi. Un briciolo d'ansia si annida in un angolo e non riesco a stemperarlo». Parole che, non c’è dubbio, coinvolgono i ricordi di ciascuno di noi, protagonisti, più che semplici spettatori.

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