Domani si decide la sorte di via Quaranta
11 Settembre 2005 - 00:00Numerose famiglie disposte a mandare i figli alle statali studiando percorsi di inserimento ad hoc
Andrea Fontana
La scuola così comè non può esistere. È il concetto su cui le autorità cittadine saranno irremovibili nei prossimi incontri con i responsabili dellistituto di via Quaranta. Il primo messaggio in questa direzione arriverà domani nel faccia a faccia in programma alle 10 in prefettura, dove il direttore Aly Sharif e gli altri rappresentati della Fajr si siederanno al tavolo con il prefetto Bruno Ferrante e il Direttore Scolastico Regionale Mario Dutto. Nel giorno in cui migliaia di ragazzi milanesi riprenderanno zaini e quaderni dopo le vacanze dunque, da corso Monforte potrebbero giungere le prime risposte per sbloccare la situazione della scuola più discussa di Milano.
Il punto di partenza imprescindibile per cercare la formula che permetterà ai 500 alunni di tornare al più presto tra i banchi è chiaro: la condizione della scuola nella zona sud di Milano è irregolare. Come dire, continuando su questa strada ci saranno dei provvedimenti e anche severi. Punto e a capo. Lapertura di ieri da parte del preside Sharif, che ha chiesto di parlare con le istituzioni cittadine per trovare «soluzioni almeno transitorie», è stata apprezzata e induce anche ad un cauto ottimismo. Del resto, una posizione così ferma dallaltra parte del tavolo, non potrebbe che suggerire una certa disponibilità a trattare dei vertici dellistituto scolastico. La spinta potrebbe venire anche dal fatto che numerose famiglie dei bambini di via Quaranta si sono dette disponibili a mandare i propri figli in una scuola pubblica, soprattutto se saranno studiati percorsi di inserimento ad hoc per gli studenti islamici.
Insomma, le apparenze e le dichiarazioni della vigilia dicono che cè la volontà delle parti di risolvere la questione che, secondo le istituzioni chiamate a sbrogliare la matassa, non potrà che chiudersi in una formula prevista dalla legge italiana e, in particolare, dal ministero dellIstruzione. Due soluzioni a disposizione dunque, come ha ribadito il sindaco Albertini: linserimento dei 500 bambini di via Quaranta nella scuola pubblica oppure lavvio del processo che porterebbe la Fajr a diventare una scuola non pubblica, ma parificata. Questa seconda opzione prevede per listituto ladozione dei programmi ministeriali e di insegnanti qualificati. Senza dimenticare il motivo per cui Palazzo Marino ha deciso di bloccare le lezioni alla Fajr: locali non idonei ad ospitare dei bambini. Anche su questo le autorità milanesi saranno nette: la legalità richiesta riguarda tanto lagibilità della struttura quanto gli insegnanti in regola con le norme previste.
In via Quaranta intanto, si lavora freneticamente per organizzare lincontro con i genitori degli alunni, annunciato venerdì dal direttore Sharif. «Difficile che lassemblea possa tenersi allinizio della settimana - fanno sapere i responsabili dellistituto -. Perché non è unoperazione facile rintracciare 500 famiglie». Ma qui, dove poco prima delluna inizia la processione di chi arriva per la preghiera, assicurano che lappuntamento con le famiglie è importante e devono essere presenti tutti.
Lattualità però è il vertice in Prefettura.