Domenica speciale per il signor Rossi: cinquecento volte su una panchina

Allo stadio Armando Picchi va in scena Livorno e Lazio che registra il record di Delio Rossi, che questo pomeriggio s’accomoderà per la cinquecentesima volta come allenatore su una panchina: «La partita con il Livorno è sempre stata difficile da affrontare, ma è sempre solo una partita, era così anche quando c’erano Di Canio e Lucarelli». Prima di parlare dei valori in campo anche lui, uno degli allenatori più seri del nostro calcio, non ha potuto fare a meno di «etichettare» politicamente il match. Roba di un attimo, non di più, ma praticamente argomentazione inevitabilmente da trattare. Poi, subito dopo, il signor Rossi analizza il particolare momento dell’antagonista di turno, che ha appena cambiato allenatore (da un cuore laziale all’altro il passo è stato breve: prima Orsi, adesso Camolese) e che convive con l’incubo di non aver ancora raccolto un’intera posta in palio: «Il Livorno oggi è in un momento difficile, ma ha cambiato allenatore e nel breve è sempre un vantaggio il cambio. Dobbiamo stare molto attenti». Come a dire che per la legge dei grandi numeri, i toscani prima o poi la dovranno pur vincere una gara. Sul primato legato al numero di panchine inanellate, l’allenatore di Rimini ha teso a benedire i familiari in primis e qualche testa ormai imbiancata dell’italico football: «Devo ringraziare prima di tutto mia moglie e i miei figli, che mi hanno permesso di fare questo lavoro e mi hanno aiutato molto. E poi devo un grazie a Peppino Pavone, ex giocatore e direttore sportivo del Foggia ai tempi di Zeman. Ha creduto in me e ha visto, non so come, che potevo essere un buon allenatore: mi affidò la Primavera del Foggia e poi mi volle alla guida della Salernitana». Oggi, contro una squadra il cui colore amaranto ricorda appunto quello della prima squadra allenata, schiererà Ballotta fra i pali, regalando al giovane Muslera un pomeriggio da dodicesimo dopo la cinquina patita contro il Milan. Poi, con la linea a quattro titolare, visto il rientro di Siviglia, al cui fianco giocherà Stendardo, e sulle fasce Behrami e Zauri, dovrebbe risolvere il rebus legato al sostituto dell’infortunato Ledesma offrendo il ruolo di regista arretrato a Baronio, in leggero vantaggio sulla scelta Firmani. Manfredini e Mutarelli chiuderanno con Mauri il rombo di centrocampo, mentre ai cecchini Rocchi e Pandev sarà affidato il compito di scardinare la retroguardia guidata da Amelia. Sull’attaccante macedone vanno sottolineate le voci di corridoio legate a un suo passaggio al Real Madrid: oggi a Livorno un osservatore dei galattici annoterà pro e contro dell’estroso mancino di Formello e riferirà prontamente in Spagna pregi e difetti.

Chiosa finale sulla Dea bendata: «Non ci credo alla sfortuna - ha dichiarato ieri il tecnico - anche se la sorte si è un po’ accanita con noi». Arbitra il virgiliano Saccani che ha diretto dieci volte la Lazio e dieci il Livorno. Stesso bilancio, 4 successi, tre segni X e altrettanti ko.

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