È arrivato dalla Costa d'Avorio in Italia come clandestino nel 1993; oggi, dopo la conversione dalla religione islamica al cattolicesimo, don Bangaly Marra, 38 anni, opera come vicario nella comunità pastorale 'Regina degli Apostoli" a Bernareggio, in provincia di Milano.
«Sono arrivato e non esisteva ancora il visto tra la Costa d'Avorio e l'Italia, perciò sono rimasto in una situazione di clandestinità. Il problema vero era soltanto la lingua. Ho trovato delle brave persone, che non mi hanno creato problemi», racconta don Bangaly in un'intervista a Radio Vaticana.
Di quando lavorava in fabbrica ricorda che «è stata un'esperienza davvero bella»: «Ho faticato, ho conosciuto la vita degli operai. È stato un momento difficile - spiega -, ma anche un momento in cui ho incontrato il Signore». Da qui la decisione di convertirsi al cattolicesimo e di diventare sacerdote: «Sono nato in un contesto islamico. Diciamo che non ero soddisfatto, cercavo qualcosa che andasse oltre a quello che i miei genitori mi avevano insegnato. Ho trovato così la risposta nella lettura del Vangelo».
Per don Bangaly è «nella parola di Dio» che si trova anche la risposta ai problemi dell'integrazione: «Il Signore ci insegna ad accogliere quelle persone che magari sono sfiduciate, che sfuggono dalla fame e dalla miseria. Quando bussano alla nostra porta siamo chiamati a non avere paura del prossimo, dell'altro e ad accoglierlo, ad ascoltarlo e a cercare di aiutarlo».
Da africano infine il viceparroco di Bernareggio manda un augurio ai vescovi riuniti nel Sinodo africano: che possano essere «illuminati dallo Spirito Santo per poter comprendere al meglio i veri problemi dell'Africa e delle sue comunità ed affrontarli».
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