Don Chino, la famiglia al centro della politica

SAN DONATO Presentato da Formigoni il libro del sacerdote che si occupa del recupero dei giovani

«Parlare di educazione, significa parlare di introduzione alla realtà totale. Educare vuol dire soprattutto aiutare i giovani a diventare uomini adulti, in grado di assumere le proprie responsabilità fino in fondo. Questo grande compito appartiene innanzitutto alla famiglia e di conseguenza coinvolge gli educatori, i corpi sociali e le istituzioni».
Lo ha detto ieri il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo ieri pomeriggio alla presentazione all’hotel Crowne Plaza di San Donato Milanese, dell’ultimo libro del 74enne sacerdote don Chino Pezzoli «Genitori al timone» e facendo alcune riflessioni sulle provocazioni del sacerdote che nel testo si rivolge alle madri e ai padri impegnati nel compito di traghettare i figli verso l’età adulta, in un percorso in cui i giovani «(...) sono ingannati da messaggi fuorvianti, in una società in cui il personaggio sovverte le regole, trascurando il bene, il vero, il bello».
Proprio la famiglia, per sua natura luogo di accoglienza e di educazione, oggi è infatti sfidata, in un certo qual modo attaccata.
Di fronte a questa situazione, dunque, secondo Formigoni «è fondamentale recuperare la dimensione educativa, l’unica in grado di affrontare il problema nella sua totalità; l’unica in grado di mostrare soprattutto ai nostri giovani una visione reale - ovvero positiva - della vita, della propria esistenza».
Questo vale in particolare per i giovani, che hanno bisogno di incontrare adulti capaci di tirar fuori tutto il meglio che hanno dentro. «Una battaglia - ha spiegato il presidente lombardo - che, attraverso l’applicazione del principio di sussidiarietà, deve portare al riconoscimento pieno della famiglia come soggetto attivo del nuovo welfare, e come tale difesa, sostenuta, agevolata».
Formigoni ha espresso «grande apprezzamento per l’opera svolta dalla comunità di don Chino Pezzoli» e ha ricordato «il sostegno concreto che Regione Lombardia dà a queste iniziative».

Da qui una serie di provvedimenti che applicano la sussidiarietà: nel 1999 la prima legge sulla famiglia del nostro Paese, e poi tutta una serie di politiche «che non partono da una concezione assistenzialista della famiglia, ma da un suo riconoscimento come soggetto attivo della società civile».
«Ecco quindi - ha concluso Formigoni - una politica familiare che coinvolge sempre più direttamente le famiglie».

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