Don Verzè si autosospende dal cda del San Raffaele

Don Luigi Verzé si è autosospeso dalla carica di presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Monte Tabor del San Raffaele. La decisione, viene spiegato, è stata presa per «non interferire sul lavoro della nuova gestione e per meglio consentire l’opera di salvataggio dell’istituto». Il fondatore dell’ospedale milanese oberato da 1,5 miliardi di debiti, resta comunque formalmente il presidente del cda della Fondazione. La decisione di don Verzè, ha spiegato il vicepresidente Giuseppe Profiti, «si aggiunge alla disponibilità dell’associazione ad approvare le modifiche che rendono irrevocabili i membri dell’attuale consiglio di amministrazione».
Nel frattempo, l'imprenditore Giuseppe Rotelli ha confermato il proprio interesse per l’ospedale. Secondo fondi di agenzia, il presidente del gruppo ospedaliero San Donato ha avanzato una «richiesta di accesso ai dati» della Fondazione. Un atto che testimonia la validità del San Raffaele come eccellenza clinica e come valore attuale e futuro.
La manifestazione di interesse da parte di Rotelli si aggiunge a quella della famiglia Rocca, che controlla il gruppo Humanitas. Attenzione, questa, che comunque conferma il primato scientifico e il valore economico dell’Irccs di via Olgettina e testimonia la validità del salvataggio iniziato da Ior e Malacalza che, per il rilancio dell’istituto, hanno messo in campo 250 milioni di euro.
Intanto ieri l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha voluto ribadire la sua amicizia e stima verso il fondatore. «Conosco don Verzé - ha detto l’ex premier -: una persona straordinaria, un uomo di fede. Non credo assolutamente sia implicato in quei fatti».

E secondo il governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il caso San Raffaele «non intacca l’immagine della sanità lombarda, nel senso che la qualità delle cure è riconosciuta da tutti in questo momento».

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