«Doniamoli alle coppie sterili oppure usiamoli per la ricerca»

Guido Ragni ha diretto il centro sterilità della clinica Mangiagalli e attualmente è presidente della Federazione italiana società della riproduzione umana. Ieri era al convegno promosso dall’Amci, associazione medici cattolici che si è tenuto all’istituto delle Suore di Maria Bambina.
«Embrioni sovrannumerari: quale il loro destino?» il titolo dell’incontro moderato da padre Camillo Ripamonti alla presenza di don Paolo Fontana membro del comitato di etica della Fondazione Irccs Ca’ Granda .
È stato Ragni a ricordare che l’ultimo censimento ministeriale del 21 aprile 2006 stimava il numero degli embrioni orfani in 2.527 ma che poi questo numero è cresciuto a dismisura per effetto di una sentenza della corte di Cassazione del 2009.
E così, al convegno, Ragni ha mostrato gli ultimi dati del registro nazionale e quelli ufficiosi, questi ultimi parlano di circa 5-6mila embrioni congelati.
Professore quale sarà il futuro di questi embrioni?
«Per gli embrioni giovani, che hanno meno di dieci anni proporrei la donazione alle coppie sterili. Che non significa adozione. Quest’ultima implica un progetto ampio, la donazione è semplicemente un “regalo”. E le coppie sterili sono migliaia».
Perchè parla di età degli embrioni?
«È stato dimostrato che sotto i dieci anni gli embrioni sono ancora vitali, questa certezza non c’è più quando gli embrioni sono conservati da più anni».
E come vede il futuro degli embrioni “più anziani”?
«Ci sono due alternative: o tenerli congelati fino alla fine dei tempi o impiegarli per la ricerca.

Io propendo per questa seconda possibilità. I nostri laboratori di ricerca usano cellule di embrioni importate dai paesi esteri, insomma, sarebbe un potenziale enorme a disposizione dei ricercatori, e di conseguenza della comunità».

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