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Donne, un’opportunità da 7 milioni per aiutarle a gestire figli e lavoro

Tra i provvedimenti un bando per lo start-up d’impresa destinato anche all’imprenditoria femminile, un bando per il cofinanziamento di progetti per la promozione delle pari opportunità e programmi sperimentali di conciliazione donna-famiglia-lavoro, d’intesa col ministero delle Pari Opportunità. Pacchetto che vale 6,8 milioni di euro.
Secondo i dati di un sondaggio che ha interessato 1.500 persone, ha spiegato il presidente, emerge chiaro «il bisogno di sostegno alle due aree di cura legate all’infanzia e alla non autosufficienza» e «il tema della flessibilità oraria come strumento di conciliazione tra vita lavorativa e quella familiare». I lombardi inoltre mostrano di essere d’accordo «con la nostra volontà e per questo stiamo stimolando imprese, istituzioni e noi stessi a sviluppare azioni affinchè la conciliazione sia possibile nella realtà in tutte le dodici province della Lombardia».
Nell’ambito della concilazione innovare «significa - spiega il numero uno del Pirellone - adottare misure che consentano di non avvertire più la vita lavorativa come ostacolo alla vita familiare, nè la vita familiare come ostacolo a quella lavorativa». Questo anche perchè «garantire una più stabile permanenza delle donne nel mercato del lavoro e una più significativa presenza nei ruoli apicali è interesse non solo delle donne, ma dell’intera società italiana. Il lavoro delle donne è una risorsa indispensabile per la crescita del Paese». Per il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini «l’impegno dello Stato è importante, ma è solo la sinergia tra l’associazionismo e le istituzioni che può favorire la realizzazione di una conciliazione effettiva».
A livello nazionale la nostra regione comunque si colloca ai primi posti per percentuale di donne menager, stando al rapporto Manageritalia, che associa oltre 35mila dirigenti del terziario privato.

Secondo la ricerca, infatti, le regioni più «rosa» sono Calabria (16,2% le donne dirigenti), Lazio (16%) e Lombardia (13,4%) mentre fra le province spiccano Catanzaro (26,8%), Vibo Valentia (21,7%), Roma (16,4%), Palermo (16%), Nuoro (15,8%) e Milano (14,6%). Guardando poi alle donne nei consigli di amministrazione nel 2010 nei cda e negli organi di controllo delle 248 società quotate alla Borsa le donne sono solo il 4,8%.
MBr

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