da Milano
La nottata a Palazzo Grazioli «senza mai toccare il letto» e - fatta eccezione per qualche ora della mattina dedicata alla kermesse del Palalido - tutto il sabato chiuso nella sua residenza milanese di via Rovani, collegato in videoconferenza con il tavolo che a via dellUmiltà si occupa delle liste. Una riunione interminabile per cercare di mettere a posto tutti pezzi di un puzzle complicatissimo. Fatto dai parlamentari uscenti che il Cavaliere non vorrebbe deludere (oltre una trentina sono a rischio), ma pure dalle richieste dei cosiddetti partiti «nanetti», dei Circoli e di alcuni ex Udc che hanno aderito al Pdl nella speranza di un seggio. E sullo sfondo quella che lex premier definisce la «malizia» di alcuni giornali nel totocandidature del Pdl. «Non se ne può più di leggere certe cose», dice davanti alla villetta di via Rovani riferendosi a stelle e stelline dello spettacolo che di volta in volta vengono date sicure parlamentari. La verità, spiega, è che «lingresso nelle liste sarà stabilito secondo regole ferree». Tra cui letà, perché «cè bisogno di forza giovane», ma soprattutto «le scuole frequentate», nonché «luniversità» e «il voto di laurea».
Berlusconi, dunque, smentisce tutti i nomi apparsi sui giornali («hanno dato per certa anche una cittadina straniera», dice riferendosi alla Yespica). Tutti tranne uno, «quello della dottoressa Licia Ronzulli». Anche qui, però, «cè stata una mistificazione» perché «è stata dipinta come una massaggiatrice mentre è una fisioterapista e una manager dellospedale Galeazzi di Milano dove coordina una sessantina di collaboratori». Insomma, niente segretarie «ma solo laureate». «Nelle liste - aggiunge - le donne saranno il 30%». Una questione affrontata anche in mattinata durante il comizio con Fini, quando le indiscrezioni dei giornali le aveva liquidate con una battuta: «Si scatena subito la corsa a guardare nel passato: le fidanzate di Gianfranco, le mie... Da quel punto di vista, diciamolo chiaro, siamo un po Superman. Ma certi numeri non ce li possiamo permettere».
La querelle, però, non finisce certo qui. Perché, come sempre accade nei giorni che precedono il deposito delle candidature, anche in Forza Italia la tensione è altissima. Degli uscenti, infatti, rischiano seriamente la riconferma oltre una trentina. «È doloroso - dice il Cavaliere - per alcuni che hanno costruito lattività politica puntando a quello. Ma è doloroso anche per me dire dei no o dei forse. Io cerco sempre di aiutare e, se posso, lo faccio di cuore». Ma è chiaro che a via dellUmiltà sono giornate convulse perché, ammette Berlusconi, chi è «lontano dalla sua zona di elezione o in posti a rischio si rivolge al suo responsabile per perorare la propria causa». Alcuni anche a ragione, se lex coordinatrice altoatesina di Forza Italia Michaela Biancofiore sarà al quattordicesimo posto in Campania (utile per essere eletta secondo i tecnici, ma comunque piuttosto lontana da casa). E fuori sede sarà anche Michela Brambilla, presidentessa dei Circoli. Dal quarto posto in Lombardia2 dietro Berlusconi, Fini e Giulio Tremonti, lei che è di Lecco è stata spostata al terzo in Emilia Romagna. Pare, su richiesta dellex ministro dellEconomia. Non a caso, qualcuno fa notare la sua assenza al Palalido dovuta, fanno invece sapere dal suo entourage, alla febbre.
Cè poi il capitolo degli ex Udc. Perché più dun amministratore locale ha aderito al Pdl con la speranza (e in alcuni casi lassicurazione) di una candidatura. Ma non tutti saranno accontentati. Non a caso, parlando di un consigliere regionale, il Cavaliere si lascia scappare in privato un ragionamento che la dice lunga: «Non capisco questa corsa a fare tutti il deputato...».
La partita, comunque, è ancora aperta. Perché, spiega un ex dc di Forza Italia, «da democristiano dico che alla scadenza di lunedì manca ancora tutta una notte...».
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