Troppo poco rosa nelle liste elettorali. Altroché buonista. Walter Veltroni è un maschilista bello e buono. A denunciarlo le donne lombarde del Pd escluse o ancor peggio relegate in quei posti di rincalzo che significano inevitabilmente «trombatura». E allora ieri hanno scritto una lettera al candidato premier del centrosinistra per denunciare «lennesimo sintomo della difficoltà a interpretare la società del Nord». Eppure, dicono, «bastava un piccolo sforzo per dare un segno di grande novità». I numeri sono impietosi. «La carta didentità del Pd a Milano - spiegano - è ben lontana dallidentikit di una realtà caratterizzata da una vivace e dinamica presenza femminile». Così le firmatarie commentano la presenza di «tre donne su 15 candidati eleggibili alla Camera e di 5 donne su (forse) 18 eleggibili al Senato». Nel documento lamentano poi «un affollamento di presenze femminili nella parte inferiore delle liste, comunque al di sotto del 30 per cento previsto dallo Statuto del Pd». Come a dire che Veltroni ha già cominciato a non rispettare i patti. «La democrazia paritaria fra uomini e donne - si legge - uno dei fondamenti della nascita del Pd, pienamente realizzato nella fase di gestazione del nuovo partito, è clamorosamente venuto meno alla prima prova impegnativa.
Oltretutto dopo che le donne hanno rappresentato una grande ed entusiastica forza nella fase di nascita dei nuovi organismi e nella non facile gestione della veloce consultazione dal basso». Sotto le autorevoli firme di amministratrici del Pd, nomi di spicco delle università e del mondo della sanità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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