Il dovere di non tutelare chi non paga le tasse

(...) Eppure, se leggete le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi, vi accorgerete che moltissimi italiani si dichiarano nullatenenti o quasi. Che c’è gente con tre case e altrettanti Suv che, al momento di presentare il Cud, il modello Unico, il 730 o il 740, piange miseria. Si scopre che coloro che dichiarano di superare i 36mila e 200 euro (euro più, euro meno) lordi familiari, che sono la soglia per pagare il ticket sui farmaci, sono pochissimi. Per tutti questi motivi, e per mille altri, crediamo che rendere noti i redditi dei liguri (e degli italiani) sia un dovere civico, un imperativo morale. E ricordo che, già nel 2005, su queste colonne, pubblicammo i principali dei nomi noti. A cominciare dal mio.
Penso che chi paga fino all’ultimo centesimo non abbia alcunché da nascondere e devo dire che io, che non condivido quasi nulla del programma politico di Beppe Grillo, non capii l’indignazione perché Beppe Grillo era uno dei maggiori contribuenti di Genova. Anzi, per una volta, viva Grillo. Mi facevano e mi fanno molta più paura i miliardari che dichiarano zero. Proprio per questo, chiedo pubblicamente all’Agenzia delle entrate di ripensarci.

Anche perché, in queste vicende, la privacy c’entra come i cavoli a merenda. Sapere chi paga le tasse non è invidia sociale. È solo rispetto della legge.
Poi, da domani, combatteremo per abbassarle. Ma dopo averle pagate, non prima.

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