Bruxelles - In Italia è urgente attuare la riforma delle pensioni perché, come in Germania, già nel 2010 si sentiranno gli effetti dell’invecchiamento della popolazione. Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, per il quale "è arrivato il tempo di agire" non solo in Italia ma anche negli altri paesi dell’eurozona. Il caldo invito all'Italia arriva insieme all'allarme che la Commissione europea lancia sull’utilizzo delle entrate fiscali nei paesi europei. "Non tutti gli stati stanno facendo abbastanza per il consolidamento dei bilanci e per evitare politiche procicliche". In diversi paesi tra i quali l’Italia i governi beneficiano di "tesoretti" che Bruxelles vuole siano utilizzati tutti per la riduzione dell’indebitamento.
"L'Italia deve fare in fretta la riforma" "L’invecchiamento - ha detto il commissario - avrà un considerevole impatto nelle nostre economie, una volta che probabilmente comincerà ad accrescersi già nel 2010 in paesi come la Germania e l’Italia. Anche se l’impatto negativo complessivo nei nostri sistemi previdenziali diventerà evidente solo nel 2020, la sfida rimane urgente". Per Almunia "è tempo di agire, perché altrimenti le ripercussioni entro il 2050 potrebbero essere severe". Dati alla mano, il responsabile Ue, spiega che "il livello di dipendenza dall’invecchiamento dovrebbe raddoppiare e la spesa pubblica aumentare del 4% del pil nell’Ue. Questo è lo scenario che ci troveremo di fronte se non cambiamo le politiche".
La ricetta per impedire che si materializzino questi rischi c’è. "Per evitare questo scenario - ha osservato Almunia - gli stati membri hanno bisogno di avanzare con decisione con le riforme delle pensioni e del sistema sanitario allo stesso tempo proseguendo con il consolidamento di bilancio". Per il commissario "vi è una chiara dimensione europea della questione della sostenibilità" dunque "bisogna migliorare il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell’Unione monetaria europea".
Quanto alla crescita, il responsabile Ue ha confermato le previsioni positive per quest’anno.
In ogni caso vi sono delle differenze a livello di pil dei vari paesi Ue "più persistenti di quanto dovrebbero essere", ha osservato spiegando che "la media annua dei tassi di crescita sul periodo 2002-2006 è stata sotto l’1% in Portogallo, Italia e Germania ma al di sopra del 3% in Spagna, Lussemburgo, Finlandia, Grecia e Irlanda". In più, ha aggiunto, sono stati osservati "prolungati differenziali a livello di inflazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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