da Milano
È sfida aperta tra Dubai e il Nasdaq americano: sono le Borse del Nord Europa la posta in gioco di questa ennesima battaglia tra Oriente e Occidente, combattuta a colpi di miliardi. Quattro in dollari, tre in euro: tanti ne ha offerti, e in contanti, la Borsa degli Emirati arabi per rilevare il 100% di Omx, il gestore dei listini di Scandinavia e Paesi baltici. Il 13,7% in più, sostengono a Dubai, della cifra concordata lo scorso maggio da Stoccolma con il listino elettronico statunitense, pari a circa 3,7 miliardi di dollari, da corrispondersi parte cash e parte in azioni.
Ma oltreoceano non intendono lasciar cadere la sfida: nonostante lannuncio della controfferta sia arrivata mentre a New York era ancora notte, la risposta dellamministratore delegato del Nasdaq, Bob Greifeld, è stata immediata. «Restiamo in stretto contatto con il management di Omx - ha detto - e restiamo orientati alla flessibilità strutturale e finanziaria necessarie a prendere in considerazione altri approcci». Traduzione, il prezzo si può «aggiustare»: e a questo scopo, Greifeld dovrebbe volare a Stoccolma subito dopo il weekend, per incontrare vertici e azionisti del gruppo svedese. Daltra parte, per lad del Nasdaq questa è forse lultima occasione per aprirsi un varco nel vecchio continente, dopo il fallimento, qualche mese fa, dellOpa lanciata sulla Borsa di Londra, che ha preferito le nozze con Piazza Affari.
Ma il suo avversario conosce bene il bersaglio: Per Larsson, il numero uno della Borsa degli Emirati, è stato ad proprio di Omx, di cui ha iniziato a rastrellare le azioni già da qualche tempo. Esercitando le sue stock option, il listino arabo ora controlla il 28,4% del gruppo svedese, e conta di chiudere l«operazione Stoccolma» entro lanno.
Dal canto suo, il board di Omx «considererà lofferta della Borsa di Dubai in rapporto a quella della Nasdaq e aggiornerà gli azionisti». Fin qui, la nota ufficiale: ma non vanno sottovalutate le preoccupazioni che una «colonizzazione» da parte della Borsa araba potrebbe provocare nel governo svedese, che controlla il 6,6% del capitale di Omx.
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