«Non vogliamo creare panico di alcun tipo», tiene a precisare padre Clemente Moriggi, responsabile della Fondazione Fratelli di San Francesco dAssisi. Vuole evitare che lemergenza sociale diventi bersaglio di strumentalizzazioni politiche. «Ma la situazione attorno alla Centrale - fa notare il frate - merita attenzione. Ogni giorno che passa affrontiamo condizioni di degrado crescente (tra cui persino gravi malattie che credevamo appartenenti al lontano passato), perciò aumentiamo limpegno assieme allassessorato competente e le altre realtà no profit con cui condividiamo lesperienza del Centro permanente di aiuto».
Cosa fare per arginare la richiesta di aiuto dei tanti senza fissa dimora e dei disperati che vivono ai margini di piazza Duca DAosta? Padre Clemente suggerisce. «Prima vanno soddisfatti i bisogni primari delle persone che vogliono e meritano di essere aiutate. Poi serve un piano di re-integrazione nella società che li porti a lasciare la terra di nessuno della stazione. Attivare, cioè, percorsi di legalità che devono passare necessariamente per il lavoro e la sconfitta delle dipendenze dalla droga o dallalcol. Non spettano a noi garantire lordine pubblico e la sicurezza. In ogni caso, le associazioni che operano per lassistenza e la promozione umana devono cercare di creare una rete, con nodi sparsi sullintero territorio cittadino, in modo da indirizzare nei dormitori o nelle comunità di recupero i singoli individui, ognuno con i propri personali bisogni». Padre Clemente insiste: «Devono abbandonare i marciapiedi della stazione, altrimenti lì continueranno a ingrossare le fila della criminalità e della disperazione».
Allappello per un rinnovamento strategico nella gestione dellemergenza si unisce Mario Furlan, fondatore dei City Angels.
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