Alcuni con affetto, altri con timore, tutti lo chiamavano TPS. Tommaso Padoa Schioppa, leconomista morto improvvisamente il 18 dicembre scorso, è stato ricordato durante nellaula magna della Bocconi. Nato a Belluno, è milanese in quanto bocconiano, anzi bocconiano dellanno, onorificenza del 1989, conquistata non solo per il libretto universitario da 110 e lode ma con una vita nella moneta: Bankitalia, Ue, Banca centrale europea, ministero dellEconomia.
Il parterre è delle grandi occasioni, con sfumature trasversali: accanto al presidente della Repubblica arrivano i ministri Giulio Tremonti e Roberto Maroni, gli ex presidenti del consiglio Massimo DAlema e Romano Prodi (con il fido consigliere Angelo Rovati), il governatore di Bankitalia, Mario Draghi. Padrone di casa Mario Monti, presidente della Bocconi. Uno dopo laltro, sfila mezzo mondo delleconomia, un esercito di vestiti grigi da Carlo Salvatori di Lazard a Giovanni Bazoli e Gaetano Miccichè di Intesa, Pietro Modiano di Nomisma, i fratelli Carlo De Benedetti e Franco Debenedetti, lavvocato Guido Rossi, il presidente Fiat John Elkann e il numero uno della Pirelli, Marco Tronchetti Provera.
A celebrare le virtù di Padoa Schioppa è prima di tutto Napolitano, che ne loda «il senso del limite» nel suo essere un civil servant, non un tecnocrate. Uomini di profonda vocazione e formazione democratica come lui - osserva il presidente - «sanno dove la loro responsabilità si arresta e cede il passo alla sfera delle decisioni politiche, assunte in nome della sovranità popolare».
Un elogio della temperanza ripetuto con sfumature diverse dagli altri, a partire dallex presidente Carlo Azeglio Ciampi, che in un videomessaggio lo ricorda esempio di «una classe dirigente che professava la sobrietà come religione civile, osservante di unetica severa». Le attestazioni di stima sono internazionali: Jacques Delors, ex presidente della Commissione europea, che parla di lui come di uno dei padri delleuro, poi Jean Paul Trichet, presidente della Bce, e Paul Volcker, ex presidente della Federal Reserve, che lo definisce «cittadino del mondo intero».
Romano Prodi, che da premier lo volle come ministro dellEconomia e delle Finanze, cita un esempio caldo, quando TPS tesseva lelogio delle tasse: «Con voluta ingenuità aveva osato sottolineare la bellezza del contribuire, ciascuno con le proprie capacità, alle spese necessarie per il bene comune». Polemizza: «Mi sono ancora sorpreso che queste parole di altissimo valore civile possano essere state oggetto di ironia e di disprezzo».
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