Politica

Due romeni gli assassini della spiaggia

Silvia Gilioli

da Rimini

Hanno confessato di averlo ucciso, poche ore prima che venisse celebrato il funerale. Sono stati due clandestini romeni ad ammazzare Elio Morri, l'educatore di 48 anni che all'alba di martedì passeggiava in bicicletta sul lungomare di Rivazzurra. Eduard Arcana, 19 anni, e Marian Balauca (20) lavoravano saltuariamente come muratori e carpentieri. Arrivati a gennaio con le famiglie, da Roman, spendevano decine di euro al giorno in birra. I soldi non bastavano mai, ultimamente avevano preso ad aggredire i passanti.
Lunedì hanno cominciato a mezzanotte, rapinando un ciclista, poi hanno preso di mira tre tedeschi: insulti, minacce, quelli però hanno opposto resistenza e allora verso l'una si sono gettati su una giovane, sempre tedesca, che era da sola. Reazione pronta, con la bomboletta spray urticante, come insegnano le forze dell'ordine. Eduard e Marian però non si sono fatti sorprendere, l'hanno picchiata selvaggiamente, rischiando di farle perdere un occhio e portandole via portafogli e telefonino.
Verso le 7 la tragedia. Elio Morri passa in bicicletta, lo fermano, il suo sguardo li innervosisce. Lo colpiscono subito, facendolo cadere su una siepe, lui che era ancora obeso, pur avendo perso quaranta chili in due anni, finisce contro un paletto: «Chi siete, cosa volete?», fa appena in tempo a dire, mentre si rialza e ancora giù, pugni e calci. Gli sfilano il giubbotto, in tasca ha pochi euro, per la rabbia gettano la sua bicicletta nel cortile del vicino istituto tecnico. A tradirli è stato il cellulare rubato alla tedesca poche ore prima dell'omicidio.
La sorella di Elio Morri, Rosanna, non ha dubbi. Ai funerali celebrati da don Oreste Benzi ha perdonato gli assassini. «Hanno lasciato mio fratello a terra, agonizzante, ma lui li ha già perdonati. Era sereno, forte d'animo, anch'io li perdono». Elio e Rosanna avevano aperto a fine anni '80, a Pontassieve (Firenze) la casa-famiglia Santa Maria dell'Accoglienza, della Papa Giovanni XXIII. «Il perdono appartiene alla nostra comunità - sottolinea don Benzi nell'omelia -. Se Elio era ancora lucido, faccia a terra, si sarà chiesto il perché di tanta violenza, come Gesù sulla croce. È stato vittima di persone che ha sempre amato, fino all'ultimo minuto della sua vita.

Sicuramente ha già perdonato».

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