Due saluti e un brindisi nel club degli ottantenni

Rolly Marchi

Non sono troppo votato agli Amarcord, i miei occhi hanno sempre cercato di guardare avanti e in alto, e mi è andata bene. Però in qualche caso avverto delle vibrazioni e per qualche attimo socchiudo lo sguardo con sentimenti diversi. Sto per scrivere di un fortunato amico che ha superato la svolta dei novant'anni, ma giorni fa ho saputo che due colonne, diverse tra loro, ma di livello mondiale, sono, come si dice tra noi, uscite di pista. Per sempre. I loro nomi sono Marc Hodler, per oltre mezzo secolo gran capo acclamato dello sci mondiale. È mancato all'età di 87 anni.
L'altra colonna era svedese e si chiamava Bengt Hermann Nilsson, 80 anni, per anni allenatore dei nostri fondisti. Portò Franco Nones al primo oro olimpico del fondismo italiano e contribuì a tante altre preziose medaglie. Aveva insegnato a sciare anche alle simpatiche figlie del suo Re e con Sua Maestà aveva sciato i 90 km della famosa Vasaloppet. Saluto ambedue con una meritata riverenza. Il vivo invece è un vero vecchio amico che lo scorso agosto ha girato la boa dei 90 anni, ha nome e cognome doppi, Gian Vittorio Fossati Bellani, industriale tessile lombardo di notevole peso, facoltoso e generoso. Meriterebbe un'intera pagina. Una sintesi? Primo incontro sul ghiacciaio del Disgrazia per il campionato italiano di slalom gigante 1949. Era il gran capo.
Secondo incontro sulla cima del «Campanile Basso» in cordata con il mitico Bruno Detassis. Aveva lacrime gioiose. Poi galvanizzò lo Sci Cai Monza con bravissimi atleti cittadini, Casari, Colombo, Erba, rinvigorendolo con i forti campigliesi fratelli Catturani. A Madonna di Campiglio prima organizzò il Trofeo Brentei e poi riuscì ad avere, per sempre, la «mia» 3TRE, prova di Coppa del Mondo. All'agonismo azzurro dedicò più tempo che alle sue aziende perché per parecchie stagioni ebbe il piacere, l'onore e il gravame, di governare il nostro sci alpino. Fu amico di Zeno Colò e i suoi campioni ebbero nome Minuzzo, Pia Riva, Marchelli, Schir e, al maschile Alberti, De Nicolò, Milianti, Senoner, campione del mondo di slalom nel 1966. Ma la sua primaria virtù fu, anzi, penso lo sia ancora, la generosità. Gli bastava avere una piccola cortesia per ricambiare con una o più camicie della sua Felixella.

A nome di tanti sciatori caro Gian Vittorio mi piace dirti ancora una volta grazie.

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