Duello sul bilancio del Comune. La Moratti: "È in attivo"

L’ex sindaco lascia al successore i conti di Palazzo Marino: "Numeri in ordine, saldo positivo da 48 milioni nonostante tagli da 780 milioni". Nessuna dichiarazione sul suo futuro: "Felice di aver lavorato per Milano". E Letizia in lacrime saluta la sua squadra

Duello sul bilancio del Comune. La Moratti: "È in attivo"

É tempo di bilanci. Quello dei cinque anni da sindaco, è stata la domanda più insistente ieri, nel giorno del passaggio di consegne a Giuliano Pisapia. E Letizia Moratti assicura che si chiude in «positivo, sono state felice di aver dedicato questi anni alla mia città, è stato bellissimo e l’ho fatto con amore». Ma ieri ha glissato sui progetti per il futuro, quello da commissario straordinario all’Expo 2015, una carica che è nominativa e potrebbe mantenere anche se non è più sindaco. Ha già detto che farà una riflessione con la coalizione e nelle sedi opportune, e non replica alla richiesta di dimissioni già partita da qualche esponente del Pd. Nè commenta i rumors che la darebbero tutt’altro che abbattuta, ma pronta a tornare presto in campo con un movimento che raccolga le anime moderate del partito, il terzo polo, la lista civica Milano al centro. Magari a partire dalla Casa di Letizia Moratti, l’associazione che ha fondato un anno fa con il quartier generale in via Montebello. La Moratti rimanda ogni delucidazione, ieri ha voluto parlare solo del bilancio comunale, quello che consegna «in attivo con una somma pari a 48 milioni di euro» al nuovo sindaco. «Lasciamo alla nuova amministrazione - ha spiegato - un bilancio che grazie alla cessione della quota in Serravalle avrà un saldo attivo tra entrate e investimenti di 48 milioni, senza aver mai gravato sui cittadini e sulle imprese e avendo consentito alle nostre società di investire nei servizi ai cittadini con criteri di assoluta e indiscutibile trasparenza». Mai nella storia repubblicana, ha puntualizzato, le finanze locali «hanno subito i vincoli e le drastiche restrizioni di questi ultimi anni, dai patti di stabilità fino ai tagli drammatici di quest’anno: nel complesso siamo stati costretti a ridurre il nostro perimetro di spesa di oltre 780 milioni di euro rispetto al quinquennio precedente». Ma è aumentata la spesa sociale e nelle infrastrutture e le tariffe dei servizi - dai mezzi pubblici all’acqua - sono rimaste fisse e tra le più basse d’Italia. Non accusa mai il governo, parla piuttosto della «crisi economica mondiale». E nonostante questo, Pisapia dovrà dire grazie alla giunta del centrodestra se si troverà a tagliare nastri importanti nei prossimi anni, senza tirare fuori dalle casse un euro in più. «Abbiamo dato il via a due linee del metrò che saranno pronte per Expo, il Museo di Arte contemporanea e quello sulle culture del mondo saranno inaugurati tra 2012 e 2013» cita il sindaco uscente, e «voglio sottolineare - aggiunge - che la nuova amministrazione dovrà semplicemente portare a termine queste opere senza alcuna spesa aggiuntiva».
Meno consulenze e basta con i doppi incarichi ha assicurato Pisapia in un’intervista in prima pagina ieri sul Corriere della Sera. Ma la Moratti non incassa accuse gratuite, «siamo passati dai mille incarichi del 2007 a circa 300 nel 2009, con un risparmio in quattro anni di oltre 15 milioni di euro e una riduzione complessiva della spesa dell’80% rispetto all’inizio del mandato. Le consulenze? Oggi incidono solo per lo 0,01% della spesa corrente. E abbiamo tagliato di un terzo il numero dei dirigenti, il rapporto dirigenti-dipendenti è di uno ogni 148, il più basso tra le grandi città italiane, in alcune è addirittura di uno ogni 40».
La Moratti ha difeso la gestione delle società partecipate anche dopo la recente censura dai revisori dei conti, ed è «sicura» che l’addio di Lufthansa a Malpensa non inciderà sulla quotazione in Borsa di Sea («per l’estate ha già recuperato il 25% dei voli, abbiamo tante compagnie interessate»).

Al successore lascia anche un elenco di urgenze, «raccomando dei provvedimenti necessari» per compensare i tagli dello Stato e mantenere inalterate le tariffe, dal piano di alienazioni immobiliari all’accelerazione del Progetto sedi alla vendita delle quote di Serravalle con base d’asta di 170 milioni. Pisapia sospende il giudizio, «non lo conosco ancora e farò esaminare il bilancio dai miei esperti».

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